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Il Monza di Raffaele Palladino supera brillantemente la prova del nove. Ma, nella circostanza, moltiplicazioni e proprietà aritmetiche c’entrano poco. La prova del nove per la squadra del giovane tecnico di origine napoletana è aver vinto tutte le tre gare da quando siede sulla panchina biancorossa, totalizzando dunque quel bottino di nove punti che ha consentito al Monza di risalire la classifica e di vantare oggi un cospicuo vantaggio sulla terz’ultima. https://www.youtube.com/watch?v=T-fT6q-bmdM&t=10s Può sembrare paradossale. Ma, per il Monza versione Palladino, la partita contro lo Spezia era a mio giudizio quella più difficile da affrontare sul piano dell’approccio mentale. Dopo aver sconfitto la Juventus in un turno in cui, per la caratura dell’avversario, c’era poco da perdere e dopo la prestazione sontuosa esibita in casa della Sampdoria, la gara con gli uomini di Gotti poteva essere presa sottogamba. Così non è stato, nonostante il match non sia stato per niente facile. Lo Spezia, squadra che sul piano tecnico e della qualità è certamente meno dotata di Juventus e Sampdoria, è sembrata comunque formazione quadrata e decisamente più portata delle prime due a dare tutto sul piano dell’agonismo e della battaglia. Per il prosieguo del campionato mi conforta sapere che anche Palladino temesse particolarmente questa partita, perché aveva percepito che ci sarebbe potuto essere un rilassamento mentale. Questa considerazione mi fa comprendere la maturità di un tecnico esordiente e ancora con poca esperienza. Il cui merito principale, lo aveva già ammesso lui stesso prima della gara con lo Spezia e lo ha ribadito ieri sera, è stato ridare fiducia e serenità ad un ambiente in cui i nervi erano piuttosto tesi. Al punto che alcuni giocatori che erano stati accantonati o si erano sentiti sfiduciati hanno riconquistato certezza nei propri mezzi e sono ora colonne portanti di questa squadra. Un esempio su tutti è quello di Luca Caldirola, nemmeno lontano parente del Caldirola visto in campo contro la Roma. Devo ammetterlo. Ancora una volta, Silvio Berlusconi ci ha visto bene. Non ne ero convinto inizialmente. E, da brianzolo con la testa dura quale sono, faccio fatica a riconoscerlo e a dovermi ricredere. Ma, sulla falsariga di quanto sosteneva Albert Einstein, la capacità di cambiare idea davanti all’evidenza è un segno di grande positività. Almeno spero… Paolo Corbetta foto Brioschi