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Riportiamo integralmente il testo del comunicato emesso dal Gruppo Misto con le parole del consigliere Martina Sassoli. 

Dal caso Feltrificio Scotti, di cui l’Assessore Lamperti racconta le evoluzioni future, dando sfoggio di evidenti capacità divinatorie, essendo il caso specifico materia di competenza del Consiglio Comunale su cui non si è ancora espresso, alle risposte diametralmente opposte date da due membri di Giunta (Turato e Lamperti) sul perché in Piazza Trento non vi siano le panchine, fino ad arrivare ai casi di censura preventiva di account o cancellazione di commenti “scomodi”.

Le parole di Sassoli e Cirillo

“Sono solo alcuni esempi dell’uso dilettantistico della comunicazione online di chi governa la città. Un uso su cui corre l’obbligo che ciascun membro della Giunta, Sindaco incluso, faccia chiarezza una volta per tutte.” 

Così Martina Sassoli, insieme al collega Francesco Cirillo del Gruppo Misto, spiega il perché delle curiose interrogazioni presentate in aula ieri sera sul rapporto che hanno i membri della Giunta con i Social Network.

martina sassoli


“Sempre più spesso arrivano segnalazioni relative a post da parte di alcuni account riconducibili a membri della Giunta comunale di Monza, riportanti informazioni imprecise, sommarie o addirittura contraddittorie. In alcuni casi, soprattutto nelle risposte agli utenti o ai gruppi, il tono è ironico o – peggio- diversamente educato, fino ad arrivare al famoso “bannaggio”di utenti non desiderati, con relativa cancellazione di commenti e censura preventiva. E’ doveroso, quindi, capire chi sta dall’altra parte dello schermo, perché nel caso fosse confermato che gli account siano direttamente gestiti dai singoli membri di Giunta sarebbe intollerabile che questi si macchiassero di diffusione di informazioni non veritiere o addirittura false o, ancora peggio, se il tono utilizzato fosse prepotente e arrogante”.


Il contenuto delle interrogazioni

A tutti gli assessori, ad accezione dell’Assessore Moccia (raggiunto da una interrogazione simile ma che non lo coinvolge direttamente essendo l’unico estraneo ai social network), è stato chiesto di rispondere ai seguenti quesiti.
“Se sia Lei a gestire in prima persona gli account a Lei intestati e attivi sui social e riportanti foto a Lei evidentemente riconducibili o se, invece, questi siano gestiti da persone terze da Lei indicate o addirittura a Lei estranee;
Nel caso in cui sia Lei in prima persona a gestire tale account, si chiede:
- se ritenga che un social network sia o meno uno strumento di divulgazione delle informazioni attendibili da parte dei membri di una Giunta;
- se ritenga che le informazioni riportate da un soggetto che in quel preciso momento riveste un 
incarico pubblico decisionale (per esempio è un Assessore) abbiano un peso specifico anche in 
considerazione dell’audience data dal ruolo ricoperto o se invece siano parificabili a commenti di un semplice cittadino “non informato dei fatti”;
- se tali strumenti siano piattaforme di divulgazione di informazioni pressapochiste o al contrario se tali informazioni debbano essere corrette e veritiere, al fine di fornire con precisione i dati richiesti, e quindi attendibili da parte di chi legge e, infine, se sia pronto ad assumersi, sempre, la responsabilità di quanto da Lei scritto.”


“Reputiamo essenziale – chiudono Sassoli e Cirillo - che i cittadini sappiano chi sta scrivendo quando leggiamo i post o i commenti, soprattutto se sia l’assessore, inteso come persona fisica o l’istituzione. Fino ad oggi abbiamo assistito inermi, consapevoli che la stragrande maggioranza degli esponenti di Giunta comunale fossero “acerbi” politicamente, ma adesso, dopo due anni, nessuna giustificazione può più essere tollerabile, soprattutto se il confronto sui social diventa terreno di insulto e derisione nei confronti di semplici cittadini che chiedono informazioni o segnalano problematiche cittadine”.