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La figurina di Mauro Pasqualini con la maglia del Bologna
La figurina di Mauro Pasqualini con la maglia del Bologna

Per uno strano gioco del destino Mauro Pasqualini è scomparso nelle stesse ore di Gigi Riva un ex giocatore biancorosso a cui un certo Pelè chiese lo scambio della maglia. 

Pasqualini, due annate tribolate in Brianza prima dell'incontro con Pelè 

Nel Monza, in verità, Mauro Pasqualini – proveniente dal Cesena di Gigi Radice (un altro cui si intrecciano pagine in rilievo della storia dei biancorossi) neopromosso in Serie A – raggranellò solo 5 presenze tra il 1973 ed il 1975 in Serie C. Prima il grave infortunio al ginocchio destro con operazione eseguita dal più celebre chirurgo dell’epoca, il francese Trillat. Poi – una settimana dopo il ritorno in campo al termine di un lungo periodo di rieducazione– un enfisema polmonare che lo tenne fuori per altri 6 mesi. Infine, durante uno dei primi allenamenti della stagione 1975-76 (quella del Monza dei record di Alfredo Magni che lo stimava parecchio), il definitivo crack del ginocchio destro e l'inevitabile decisione del ritiro a soli 28 anni. 

Pasqualini, l'aneddoto con Pelè che vale la carriera 

Nativo di Crevalcore e cresciuto nel settore giovanile del Bologna con cui mise insieme una ventina di presenze in Serie A , lo sfortunatissimo Pasqualini – estrosa e tecnicamente dotatissima ala destra – ebbe la sua stagione migliore per continuità di rendimento a Lucca nel 1970-71 in Serie C: un'annata in cui firmò 37 presenze e 5 reti. Proprio nell’estate del 1971 i rossoblu emiliani – proprietari del suo cartellino – decisero di aggregare Mauro alla squadra in partenza per la tournèe nel Nord America dove il Bologna incontrò per tre volte il leggendario Pelè

Pelè
La ‘ Perla Nera ’ in azione con l' ‘ Amarelinha ’ 

Che rimase favorevolmente impressionato dal modo di giocare della giovane ala destra al punto di decidere – nel corso della terza partita – lo scambio delle maglie al fischio finale. Davvero gustoso il racconto dell’episodio che lo stesso Pasqualini fece qualche anno fa al Corriere Fiorentino: “Sapevo una sola parola in inglese e la usai. Gli chiesi: Why? Perché? Lui mi rispose: perché sei uno che sa dribblare, proprio come piace a me. Ero così felice che negli spogliatoi mi feci la doccia con la maglia di Pelé addosso, per paura che qualcuno me la rubasse" Il ragazzo di Crevalcore custodì come una reliquia il prezioso cimelio fino al 2012 quando con grande generosità la donò al Comune di Crevalcore per un asta benefica di raccolta fondi a seguito del terremoto. Buon viaggio, Mauro. Biancorosso per pochissimo, ma accomunato per sempre a due leggende di un calcio da sogno. Fiorenzo Dosso