Monza dice addio agli Street tutor? Ecco cosa può succedere nei prossimi giorni
Domani termina la fase sperimentale degli Street tutor. In bilico il futuro del progetto: si va verso nuove strategie sociali?

Non è solo una questione di ordine pubblico, ma anche – e forse soprattutto – di visione politica. In un contesto urbano che cambia, tra nuove dinamiche sociali e tensioni serali, il tema della sicurezza urbana assume contorni complessi. Monza non fa eccezione, e anzi, si trova oggi a un bivio: confermare o ripensare uno degli strumenti più discussi dell’ultimo anno.
Una sperimentazione, quella degli Street tutor, che ha suscitato attenzione e dibattito sin dal primo giorno. Ora la fase di prova è finita, e il Comune dovrà decidere il da farsi.
Street tutor, misura sperimentale al capolinea
Termina domani, 2 agosto 2025, la fase sperimentale degli Street tutor a Monza, figura introdotta per presidiare la movida del fine settimana nelle zone più frequentate del centro. Otto operatori, suddivisi in due squadre, hanno operato il venerdì e il sabato dalle 20 all’una, con compiti di mediazione, ascolto e prevenzione dei disordini.
Gli Street tutor, riconoscibili dalle pettorine col logo del Comune, non hanno potere sanzionatorio: il loro ruolo è stato quello di affiancare le forze dell’ordine, offrendo supporto nei contesti di tensione e intervenendo in situazioni potenzialmente critiche, senza agire come polizia.
In bilico tra sicurezza partecipata e controllo
La valutazione ora spetta alla polizia locale, che ha ricevuto reportistica dettagliata dagli operatori. Una volta conclusa la fase tecnica, la decisione passerà alla Giunta. Lo ha ribadito il sindaco Paolo Pilotto: «Faremo esattamente quanto annunciato. La sperimentazione è servita a raccogliere dati. Dopo la valutazione tecnica, si aprirà il confronto politico».
Nel frattempo, il dibattito si è acceso in Consiglio comunale. Da un lato c’è chi difende la misura come strumento pragmatico; dall’altro, forze come LabMonza chiedono un cambio di direzione, puntando sull’educativa di strada e su interventi sociali strutturati. «Serve una sicurezza più partecipata – sostengono i consiglieri Racioppi e Spedo – in linea con il nostro programma elettorale».
Il Comune apre a un modello sociale

L’assessore alla Sicurezza Ambrogio Moccia sembra orientato a una revisione della strategia: «Dai report non emergono episodi di aggressività, solo casi di persone in difficoltà. Stiamo già valutando un potenziamento delle attività sociali. L’educativa di strada sarà uno dei nostri strumenti». Parole che segnano un cambio di tono, con l’amministrazione pronta a considerare interventi meno repressivi e più inclusivi.
Street tutor tra identità politica e realtà cittadina
Il confronto non riguarda solo l’efficacia della misura, ma anche la coerenza con il programma di governo locale. Secondo LabMonza, gli Street tutor rischiano di apparire come “guardiani privati”, in contrasto con i valori della coalizione. Ma il sindaco respinge questa lettura: «Sono figure intermedie, né agenti né educatori. Complementari».
La decisione finale dirà se questa sperimentazione si trasformerà in strategia strutturale oppure resterà un capitolo isolato. Quel che è certo è che Monza si trova oggi a dover ridefinire la propria idea di sicurezza, in un tempo che richiede flessibilità, visione e coraggio politico.
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