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Foto AC Monza / Buzzi
Foto AC Monza / Buzzi

Monza - Brescia 8-1 (2-0)

Marcatori: 1’ e 42’ Dos Reis (M), 16’ st Ferraris (M), 17' st Goffi (M), 19’ st Ferraris (M), 22’ st Goffi (M), 33’ st Ferro (B), 43’ st Vacca, 47’ st Bianay (M).

Monza: Mazza, Abbenante (18’ st Mancini), Pedrazzini, Colombo, Bagnaschi, Nobile, Marras (1’ st Bianay), Lupinetti (18’ st Berretta), Dos Reis, Ferraris (22’ st Vacca), Goffi (29’ st Martins). All. Lupi. A disposizione: Vergani, Brugarello, Anut, Perin, Orlando, Lamorte, De Crescenzo.

Brescia: Cortese, Kasa (18’ st Muca), Negretti, Tomaselli, Bonazza, Gussago (29’ st Pandini), Mor (43’ st Maisterra), Fogliata (29’ st Orlandi), Ferro, Nuamah, Grossi (18’ st Rizza). All. Nicolini. A disposizione: Andreoli, Compaore, Mozzon.

Ammonito: Abbenante (M).

Roboante vittoria dei biancorossi che, dopo la sosta, demoliscono al Monzello il Brescia 8-1.

La partita nel primo tempo è stata abbastanza combattuta, nonostante il fulmineo vantaggio targato Dos Reis, che raddoppia sul finire del primo tempo su sponda di Goffi. Termina così il primo tempo con gli ospiti che, nonostante qualche buona occasione, non trovano il gol. 

Nella ripresa non c’è partita: prima il Monza colpisce due legni con Ferraris, che poi realizza il 3-0 sfruttando un gran cross di Bianay.  Il quarto gol lo sigla Goffi a porta vuota, grazie all’assist di un Ferraris sugli scudi che poco dopo, su lancio in verticale del classe 2006 Berretta, fa 5-0. È ancora una volta Ferraris ad assistere poi Goffi nella doppietta che porta a sei le reti brianzole. Al 33esimo arriva il meritato gol della bandiera bresciana con l’imbucata sul filo del fuorigioco di Ferro: 6-1. Nel finale il Monza sigla prima il settimo gol con Vacca e poi il definitivo 8-1 con Bianay che pesca un jolly, centrando il sette. 

Uno score eclatante come quello dell’andata (furono 7 allora le reti) che porta il Monza a diventare, a pari merito del Genoa, il miglior attacco del campionato: 61 i gol fatti in 24 partite; con questa vittoria i ragazzi di Lupi confermano il divario di tre lunghezze dal secondo posto.

A cura di Davide Polinori