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Serie B al via: il nuovo ciclo del Monza parte dal Mantova di Possanzini 

 

Il precampionato del Monza aveva fatto ben sperare. Un 2-2 convincente contro l’Inter aveva mostrato buone trame e un’identità chiara. Ma contro il Frosinone in Coppa Italia è arrivata una sconfitta che brucia. Dopo un primo tempo equilibrato, con i ciociari chiusi in difesa e pronti a ripartire, Bianco aveva ridisegnato i suoi nella ripresa con cambi coraggiosi e un atteggiamento più aggressivo. Galazzi, tra i più ispirati, aveva colpito un palo, mentre Azzi e Mota avevano sfiorato il gol. Ma la pressione offensiva non ha prodotto reti e, al 92’, arriva la beffa con il Frosinone che punisce i brianzoli con una ripartenza letale finalizzata da Kvernadze.

Se il Monza è caduto all’ultimo respiro, il Mantova ha vissuto una vera disfatta. Contro il Venezia è finita 4-0, con la compagine lombarda mai realmente in partita. Approccio sbagliato, errori tecnici, e mancanza di intensità: tutti elementi che erano stati i punti di forza che avevano condotto la squadra di Possanzini alla permanenza in Serie B.

Mantova, mercato tra conferme e nuovi volti 

Il Mantova riparte da una certezza: Davide Possanzini sarà ancora alla guida della squadra, per la terza stagione consecutiva. Una scelta di continuità importante, che dà stabilità al progetto tecnico e rafforza l’identità costruita negli ultimi due anni. L’allenatore è il perno su cui ruota l’intera filosofia biancorossa: possesso palla, pressing alto e calcio propositivo.

In campo, molte conferme. Festa resta tra i pali, Trimboli e Bragantini danno equilibrio e dinamismo, mentre Mancuso sarà ancora una delle pedine offensive principali. Tuttavia, ci sono stati anche cambiamenti importanti: il capitano Burrai ha salutato, lasciando spazio a una nuova leadership. Per rimpiazzarlo e rafforzare la rosa, il mercato ha portato innesti di livello come Majer, Falletti e Mantovani. Tutti e tre sono stati titolari nella sfida di Coppa Italia contro il Venezia.

Identità fluida e moduli intercambiabili

Il Mantova 2025-2026 parte da una base tattica consolidata: il 4-2-3-1. Un modulo che può trasformarsi facilmente in 4-3-3 in fase di possesso, grazie alla mobilità dei centrocampisti e alla duttilità dei trequartisti. La flessibilità è uno dei punti di forza di Possanzini, che ama adattare la squadra all’avversario mantenendo saldi i suoi principi di gioco.

Contro il Venezia, questa struttura si è vista chiaramente: Festa in porta, difesa a quattro con Radaelli e Bani sulle fasce, Mantovani e Cella al centro. A centrocampo Majer e Trimboli, con il trio Galuppini–Falletti–Ruocco a supporto di Mensah. La punta, come sempre, si muove molto, creando spazi per gli inserimenti e cercando di dialogare con i compagni alle sue spalle.

La costruzione dal basso resta un marchio di fabbrica, così come il pressing organizzato in fase di non possesso. Ma la sconfitta con il Venezia ha evidenziato alcune fragilità: se la squadra non è precisa nei movimenti e nei passaggi, rischia di concedere spazi e ripartenze in campo aperto agli avversari. 

Errori da evitare, Monza chiamato ad approfittarne

Contro il Venezia, il Mantova ha sbagliato tutto ciò che poteva. I quattro gol subiti raccontano una squadra fragile nelle transizioni, lenta nei ripiegamenti difensivi, e poco reattiva nei duelli. Doumbia e Yeboah hanno approfittato della libertà concessa sulle fasce e della confusione difensiva, punendo ogni errore con cinismo. Pressing alto inefficace, costruzione dal basso rischiosa e una mentalità troppo timorosa: tutti elementi che Bianco e il suo Monza dovranno sfruttare a loro vantaggio. Soprattutto con il sostegno del pubblico brianzolo, pronto a spingere la squadra verso un nuovo inizio.