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Ospite sulle pagine di Monza News, l’ex calciatore di Monza e Salernitana Fabio Moro ha detto la sua riguardo la sfida tra brianzoli e campani, valida per l’ultimo torno di campionato prima della lunga sosta invernale. Ecco le sue parole.

Fabio, presentaci un po’ Monza-Salernitana “Monza-Salernitana sarà una partita aperta, sono due squadre partite a rilento ma che poi hanno stupito tutti riuscendo a risalire sorprendentemente la china. I granata hanno un ottimo allenatore che sta facendo un grande lavoro, oltre a essere guidati da una società seria che ha dimostrato di agire con assoluta competenza. Il Monza fortunatamente con Raffaele Palladino in panchina ha completamente cambiato volto, inanellando tre vittorie consecutive che hanno permesso ai Bagaj di rimettersi in carreggiata e dimostrare alle avversarie di essere una squadra di qualità”.

Cosa ne pensi dei malumori della Salernitana riguardo mister Nicola? “È difficile dare un giudizio in questi casi, bisognerebbe essere dentro l’ambiente e certe volte neanche in questo modo si riesce a valutare una situazione. Nicola è un allenatore che ha confermato in lungo e in largo il suo lavoro, quando la piazza rumoreggia non è mai facile lavorare ed è per questo che bisogna fare un plauso ulteriore al mister, che dopotutto continua a macinare buone performance e portare punti a casa”.

Situazione infortuni: come se la passano brianzoli e campani? “Monza e Salernitana possono contare entrambe su due rose molto attrezzate. Tra i brianzoli ultimamente ci sono stati molteplici infortuni, in particolare quello di Stefano Sensi, un calciatore di grande qualità la cui assenza però non deve essere per forza una tragedia visto che, avendo il Monza a disposizione una rosa ampia e ben costruita, potrebbe risentirne marginalmente di questa comunque grave assenza».

Quali sono gli obiettivi presenti e futuri del Monza in massima serie? “Ho avuto la fortuna di fare il calciatore per tanti anni ad alti livelli, quando sento parlare di motivazioni in Serie A mi viene da ridere perché è veramente assurdo. Il solo fatto di giocare in massima serie dovrebbe essere uno sprono a fare bene in ogni partita. Discorso diverso è se si parla del lato societario: è ovvio che la dirigenza voglia sempre crescere e migliorare ma bisogna anche essere contenti che al primo anno di Serie A la squadra abbia già manifestato di potersela giocarsela alla pari con tutte le avversarie. Questo è un segnale importante, poi è ovvio che parlando di una società ambiziosa gli obiettivi cambieranno in futuro. Parlare oggi di poche motivazioni è però prematuro, in Serie A non si può mai essere tranquilli, bisogna anzi ragionare partita dopo partita e ragionare alla fine su quale sarà l’obiettivo conclusivo da raggiungere”.

Che ricordi hai delle tue esperienza a Salerno e a Monza? “Monza e Salernitana sono per mille motivi due ambienti diversissimi tra di loro, va detto che senz’altro in tutte e due le squadre sono stato benissimo. A Monza trovai un ambiente gestibile e meno condizionato dalle pressioni esterne, mentre a Salerno, purtroppo a causa di un infortunio grosso e complice anche l’essere troppo giovane non sono riuscito a giocarmi al meglio le mie carte. A volte uno stesso calciatore si esprime meglio in una piazza che in un’altra, ci sono fasi della vita e della crescita professionale. A Salerno per esempio sono arrivato per vincere il campionato e invece ci siamo salvati all’ultima giornata. A Monza eravamo tutti giovani e la nostra incoscienza ci portò a fare un grande  campionato. Ringrazio per questo con il cuore in mano entrambe le piazze”.