Lamanna: ‘Monza, emozioni che non si dimenticano. E sul Sudtirol…’

Ci sono giocatori che lasciano un segno più profondo del semplice campo da gioco. Eugenio Lamanna, portiere protagonista nella scalata del Monza dalla Serie C alla Serie B, è uno di loro. Oggi osserva il campionato con occhi diversi, tra il recupero dopo l’operazione e l’emozione di diventare presto padre. 

Con lui abbiamo ripercorso momenti intensi, analizzato il momento del Monza e del Sudtirol, e parlato dei portieri che hanno incrociato il suo cammino. Monza e Sudtirol: identità, intensità e uomini chiave

Come sta vivendo questo momento il Sudtirol?

Lamanna: «Il Sudtirol sta attraversando un periodo complicato, ma la mano di Castori è chiarissima: aggressività, attacco alla palla, verticalità, intensità. La squadra vuole uscire dalla crisi restando fedele alla propria identità.
Merkaj incarna perfettamente lo spirito del mister, ma ci sono leader come Casiraghi, Tait, Poluzzi e Masiello, e ragazzi validi come Kofler, Coulibaly, Odogwu e il mio amico Molina. Ho giocato con loro: sono un gruppo eccezionale. Mi auguro si salvino anche quest’anno.»

Cosa rappresenta per il Monza il punto conquistato al Menti?

Lamanna: «È un campo dove non esci mai facilmente con qualcosa in mano: sintetico, tifoseria calda, clima da vera partita del Sud. Dopo una retrocessione c’era il rischio di non calarsi subito mentalmente nella Serie B, invece il Monza ha dimostrato solidità.
La nuova proprietà e Burdisso hanno fatto un grande lavoro trattenendo Izzo, Pessina, Ciurria e inserendo profili perfetti per la categoria come Ravanelli, Azzi, Delli Carri e Obiang.
E poi c’è Bianco, un allenatore preparato, chiaro nelle idee e bravissimo a trasmetterle. Per me, per questo Monza, è stata la scelta giusta.»

Quali giocatori del Monza l’hanno colpita di più?

Lamanna: «Contro il Frosinone mi era piaciuto Galazzi, anche se ora è chiuso da Obiang.
Poi ci sono tanti giocatori determinanti: Colpani è un fenomeno, deve tornare in Serie A; Thiam sta continuando il suo percorso iniziato alla Juve Stabia; sono felicissimo per il gol di Petagna: è giovane, può diventare il vero valore aggiunto.
E poi Dany Mota: sa quanto è forte. Dopo una retrocessione l’inizio può essere duro, ma ha tutto per fare la differenza. Da una retrocessa ci si aspetta sempre un ritorno immediato, non è scontato. Speriamo che il Monza ci riesca.»

Anni biancorossi, grandi portieri e un futuro da scrivere

Che ricordi conserva degli anni vissuti al Monza?

Lamanna: «Sono arrivato nel 2019 in Serie C e abbiamo subito vinto il campionato. In Serie B il primo anno è stato durissimo: il Covid ha colpito tanti di noi, me e Di Gregorio compresi, e l’assenza di Galliani si è sentita tantissimo.
Mi alternavo con Di Gregorio in una competizione sana, poi sono arrivati due infortuni che mi hanno fermato.
Il secondo anno è stato più lineare, anche se la sconfitta col Perugia all’ultima giornata ci aveva tolto energie. Ma i ragazzi sono stati straordinari: ribaltare Brescia e Pisa è stato incredibile. Una promozione storica, emozioni uniche.
Ho fatto anche una presenza contro il Parma e un pezzo di Serie A. Con Palladino mi sono allenato in Primavera: persona splendida e allenatore vero.»

Ha conosciuto da vicino Di Gregorio e Perin: che portieri sono?

Lamanna: «Due portieri di altissimo livello. Di Gregorio dà una tranquillità incredibile, è sempre pulito, sempre sul pezzo. Alla Juventus sta facendo bene nonostante le enormi pressioni, e la parata al Bernabeu è un capolavoro.
Perin è più esuberante, un portiere completo. Ho un rapporto splendido con lui: quando si infortunò, lo sostituii in A e parai un rigore a Tevez.
La Juve è fortunata: ne ha due fortissimi.»

E ora, cosa c’è nel suo futuro?

Lamanna: «Mi sono operato nell'aprile 2024, mi sto riprendendo bene e continuo ad allenarmi per farmi trovare pronto.
Ma soprattutto… tra poco diventerò papà. La gioia più grande.»

Antonio Scirtò

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