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Era il 7 novembre 1988 quando un giovanissimo Ezio Greggio apriva la prima puntata di Striscia la Notizia – La voce dell’insolenza. Da allora, il tg satirico di Antonio Ricci ha accompagnato generazioni di italiani, diventando la firma più riconoscibile dell’access prime time.
Oggi, però, quella stagione si chiude: per la prima volta in 37 anni, Striscia esce dalla fascia che l’ha resa leggenda.


La Ruota della Fortuna conquista il pubblico

Non si tratta più di un esperimento, ma di un successo pieno. La Ruota della Fortuna, tornata in onda su Canale 5 con Gerry Scotti e Samira Lui, ha centrato ascolti solidi e costanti fin dalle prime settimane, riportando in auge un format storico ma fresco nei toni.
I dati parlano chiaro: share in crescita, pubblico trasversale e riscontri positivi anche sui social.
A Cologno Monzese hanno capito che la mossa funziona, e che forse l’epoca del tg satirico quotidiano è davvero finita.


Mediaset cambia pelle: addio alla routine dell’access

La decisione di togliere Striscia dall’access prime time non è un colpo di testa, ma una virata strategica. La rete guidata da Pier Silvio Berlusconi punta su una televisione più “di flusso”, meno ripetitiva e più orientata all’intrattenimento familiare.
La Ruota, infatti, intercetta un pubblico più ampio e leggero, ideale come traino per le prime serate generaliste.

Per Striscia, invece, è tempo di ripensamento. Non ci sarà una cancellazione, ma una nuova collocazione, probabilmente in prima serata una volta alla settimana, con taglio più giornalistico e meno cabarettistico.


Il format di Ricci verso la metamorfosi

Dietro le quinte, Antonio Ricci starebbe già lavorando a un restyling: un “Striscia più breve, più investigativa e più televisiva”.
Non più la routine dei servizi quotidiani, ma un prodotto-evento capace di tornare a fare notizia, come accadeva negli anni delle grandi inchieste sui rifiuti, sui falsi invalidi, sulle truffe sanitarie.

Una scelta che, se confermata, avrebbe senso: la satira in prima serata è meno vincolata ai tempi del telegiornale e può tornare a colpire con maggiore forza.


Fine di un rito, inizio di un altro

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Per milioni di italiani, Striscia la Notizia era sinonimo di “inizio serata”: sigla, veline, tapiro, risate e indignazione.
Oggi quel rito televisivo si interrompe, ma non scompare. Si trasforma.
Dopo 37 anni, la tv commerciale italiana prende atto che il pubblico è cambiato: meno affezione quotidiana, più ricerca di format familiari e rassicuranti.


Canale 5 ritrova ritmo, Striscia cerca nuova identità

La Ruota di Scotti e Samira conferma che Mediaset può ancora vincere con i grandi classici, se riletti nel modo giusto. Il gioco a premi funziona, unisce generazioni e restituisce alla fascia pre-serale un tono più disteso, più televisivo e meno politico.

Per Striscia, invece, si apre una sfida delicata: reinventarsi senza tradire se stessa.
Non sarà facile, ma il marchio resta potente, e il pubblico – nonostante tutto – non ha dimenticato il suo tg satirico di riferimento.


Un compleanno diverso

Il 37° compleanno di Striscia la Notizia non è solo una ricorrenza: è un passaggio di testimone.
Dopo quasi quattro decenni di successi, denunce, scandali e tormentoni, il programma che ha fatto la storia dell’access lascia il passo a una nuova generazione di intrattenimento.
E mentre la Ruota gira a pieno ritmo, Striscia si prepara a tornare con una nuova formula.
Forse meno quotidiana, ma – si spera – più affilata che mai.