x

x

Finalmente è tornato il pubblico in Autodromo a Monza, seppur in quantità limitata rispetto alla reale capienza delle tribune del circuito. I circa 1000 presenti, suddivisi tra tribuna fronte box (circa 700) e salette ospitalità (circa 300), hanno avuto modo di assistere alla “prima” italiana del WEC, una gara davvero molto bella ed avvincente in ogni categoria, non priva di colpi di scena.
La voglia di gare da parte del pubblico dell’autodromo era così elevata, che i primi ingressi si sono registrati subito dopo le 8.00, quando il via della gara era invece previsto alle ore 12.00, con una durata di ben 6 ore, senza ulteriori gare di contorno!
Alla fine l’ha spuntata da Toyota ufficiale, l’unica vera Hypercar presente in forma ufficiale, dopo ben 204 giri e oltre 1000 km percorsi. Per i giapponesi non è stata però una vittoria facile: la vettura numero 8 di Buemi-Nakajima-Hartley è stata vittima di numerosi problemi, sia al cambio che ai freni, mentre i vincitori Conway, Kobayashi e Lopez hanno avuto un momento di difficoltà dopo metà gara, tanto da rimanere anche fermi in pista, alla variante Ascari, per qualche secondo prima di riprendersi ed involarsi verso la vittoria.
Al secondo posto ha chiuso la Alpine A480 – Gibson guidata da Andrè Negräo, Nicolas Lapierre e Matthieu Vaxivière del team Alpine Elf Matmut, che ha approfittato dei problemi dell’altra Hypercar Toyota, partita dalla seconda piazza in griglia. A chiudere il podio delle Hypercar, con il quarto posto nella classifica assoluta, la Glickenhaus #709 di Glickenhaus Racing condotta da Romain Dumas, Franck Mailleux e Richard Westbrook, che è rimasta, solo per qualche giro, al comando della gara, prima di accusare anch’essa problemi tecnici.
Al terzo posto della classifica assoluta si è piazzata quindi una LMP2, la #22 di United Autosports, team vincitore del campionato la scorsa stagione. Philip Hanson, Fabio Scherer e Filipe Albuquerque hanno conquistato così anche il podio di classe, tagliando il traguardo con un distacco di oltre un minuto sul trio Robin Frijns-Ferdinand Habsburg-Charles Milesi del team WRT e sul prototipo #29 del Racing Team Nederland, condotto da Frist Van Eerd, Paul Loup Chatin e Nyck de Vries.
La categoria che ha regalato i maggiori colpi di scena è stata la LMGTE Pro. A giocarsi la vittoria di classe fino alla fine sono stati la Porsche 911 RSR – 19 del duo franco-svizzero formato da Kevin Estre e Neel Jani e la Ferrari 488 GTE EVO (AF Corse) guidata dall’italiano Alessandro Pier Guidi e dal britannico James Calado. Dopo una lotta serrata che ha portato i due equipaggi a scambiarsi di posizione più volte nel corso della gara, la coppia della scuderia piacentina è stata costretta a fermarsi ai box a soli tre minuti dalla fine, lasciando così la vittoria al Porsche GT Team. Al terzo posto ha chiuso l’altra Porsche della stessa scuderia, guidata da Gianmaria Bruni e da Richard Lietz.
Spettacolare rimonta nella classe amatori per il team italiano AF Corse, con alla guida Francois Perrodo, Nicklas Nielsen e Alessio Rovera. La Ferrari di AF Corse ha rimontato, infatti, dall’ultima piazza in griglia per agguantare la vittoria nella LMGTE Am. Da segnalare in particolare la grande prestazione del pilota italiano, che nei primi giri ha guadagnato posizioni su posizioni dando un grosso contributo alla vittoria della rossa. Per gli altri due gradini del podio c’è stato un gran duello tra due Aston Martin Vantage AMR. A spuntarla, ad un giro dalla fine, è stato il trio Paul Dalla Lana-Augusto Farfus-Marcos Gomes del team Aston Martin Racing. Si sono dovuti accontentare del terzo posto i giapponesi Satoshi Hoshino e Tomonobu Fujii e il britannico Andrew Watson del team D’ Station Racing.