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Il tecnico biancorosso Cristian Brocchi è stato ospite questo pomeriggio di Radio Kiss Kiss parlando del periodo di stop forzato causato dall'emergenza sanitaria: "Come stanno i miei giocatori? E' normale che in questo momento siamo giù di tono, è fuori discussione. E' stata una situazione difficile, nessun calciatore è mai stato fermo per così tanto tempo. Si fa quindi fatica a livello mentale. Ti puoi allenare finché vuoi da solo a casa, come stiamo facendo noi, ma il pallone, l'erba e il campo ti mancano".

"Se ci aspettiamo di concludere la stagione sul campo e con una promozione meritata? Noi abbiamo sempre detto che avremmo voluto concludere la stagione sul campo, giocando le partite che ci rimangono per poter festeggiare con i nostri tifosi che la aspettano da tanto tempo. Volevamo giocarcela sul campo, ma se questo non sarà possibile, i meriti sportivi devono essere tenuti da conto. I miei ragazzi hanno fatto qualcosa di grande fino all'ultima partita giocata".

"Che impressione ho relativamente alla ripresa in Serie A? La Serie A fa da traino all'Italia, il sistema calcio è la terza industria italiana. Si attacca sempre questo mondo quando le cose non vanno bene, ma non dimentichiamoci che porta posti di lavoro e possibilità ad un numero elevatissimo di persone. Oltre al lato economico per il nostro Paese, il calcio porta anche le emozioni, dà a tutte le categorie, le classi in Italia, qualcosa che le unisce: l'amore per la propria squadra, la voglia di vedere una partita ed emozionarsi. Potrebbe essere un'occasione per trainare verso il ritrovamento della nostra quotidianità a tutte le persone che ancora stanno soffrendo o che hanno subito qualcosa di grave a livello famigliare. Può essere un segnale per dire che dobbiamo andare avanti tutti insieme".

"Quanto è grande il rischio di infortuni nel tornare in campo dopo tanto tempo? E da un punto di vista mentale quanto è difficile giocare a porte chiuse? Dal punto di vista fisico è un problema molto grosso, troppa inattività non fa bene. In estate i giocatori hanno 4-5 settimane di vacanza e poi riprendono con una preparazione di un mese prima di affrontare partite ufficiali, si può capire così quanti problemi possano ora avere i calciatori. Le sedute individuali serviranno per rimetterli al passo: il corpo è come una macchina e bisogna rimetterlo a puntino. Non puoi stare fermo 2 mesi e poi in 15 giorni essere pronto ad affrontare 3 partite in una settimana. Per quanto riguarda le porte chiuse, dico che non è calcio. Io le ho giocate, ma le emozioni non sono le stesse così come l'adrenalina. Il pubblico aiuta, le emozioni che ti regala il calcio sono tante e sarebbe quindi bello giocarlo solo col pubblico. Se non si può in questo momento, si cercherà di concluderli nel modo migliore per poi tornare alla normalità nel prossimo".