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Amichevole di spessore quella giocata dal Monza, conclusasi 2-2, martedì scorso contro il Frosinone. Sfida nella sfida anche in panchina con Brocchi e Nesta, compagni di trionfi da giocatori, che si ritrovano per la prima volta contro a livello di allenatori. Un test fruttuoso che già dalle prime battute ha mostrato contorni di partita vera, nel ritmo, nei contrasti, nella bontà di materiale tecnico a disposizione in entrambe le squadre. I due undici prevedevano un modulo speculare, quel 4-3-1-2 molto caro al patron biancorosso Silvio Berlusconi.

Nel primo tempo si è notato un sostanziale equilibrio col 1912, che a tratti, si è fatto addirittura preferire in fraseggio e gestione possesso, con la differenza di categoria che non si è palesata per nulla. Biancorossi che hanno prodotto buone trame di gioco, con convinzione e discreto ritmo per il periodo; si è evidenziato acume tattico, un eleven ordinato, pressing nel complesso ben coordinato e fluidità nella distribuzione fino alla trequarti. Alcune imprecisioni in uscita dalla mediana, sulla pressione ciociara, e con qualche scarico che deve essere perfezionato nel concetto, precisione e tempistica; bisogna dire che all'attacco non son giunti moltissimi palloni nei primi 45, nonostante un lavoro encomiabile del tandem Brighenti-Finotto che ha cercato di dare meno punti di riferimento possibili ad Ariaudo e compagni, e che li vedeva spesso allargarsi per aprire gli inserimenti delle due mezzali (Lora-Armellino). La costruzione, come vuole espressamente mister Brocchi, è partita dal basso con i terzini che si alzavano immediatamente e il regista di mediana che sovente si abbassava sulla linea dei centrali per favorire il dialogo palla a terra dalla propria area difensiva. Il Frosinone si è fatto preferire maggiormente negli ultimi 15/20 metri, con i brevilinei e tecnici Citro e Ciano più abili e concreti sul non molto concesso dalla retroguardia brianzola.

Nella ripresa i laziali sono apparsi migliori nella prima parte, con la girandola dei cambi che ha avuto la meglio a livello fisico-atletico e una fascia destra biancorossa in fase difensiva a tratti in affanno sulla propulsione di Beghetto e la vivacità ed estro di Citro. Ma dopo il pari del 1912 e gli innesti a dar linfa di Brocchi è tornato l'equilibrio col Monza venuto fuori meglio alla distanza e che ai punti avrebbe meritato forse la vittoria, dopo la traversa del subentrato Anastasio.

In conclusione si è trattato di un ottimo test per i Bagaj, con un avversario di spessore che non vuole assolutamente avere ruoli di secondo piano in Cadetteria, con atleti fino a due mesi fa a districarsi in A. Per quanto riguarda i nuovi, in attesa di Rigoni, buoni riscontri, con il condottiero Bellusci e il poliedrico Sampirisi ad alzare il livello qualitativo e di personalità del pacchetto difensivo, Finotto che non garantirà grosse quantità di reti ma che col suo dinamismo, fisicità e lavoro sporco può essere una pedina rilevante in fase offensiva. Da sottolineare uno Iocolano (meglio nel ruolo di mezzapunta rispetto a Chiricò), in modalità revanche, che nella ripresa ha ottimizzato con efficacia il lavoro di rifinitura con i giusti tempi e precisione in verticalizzazione e un Fossati più in palla fin quando ne ha avuto, paragonabile più a quello di Verona, e quindi in crescita, che al semestre monzese dello scorso anno. Domenica arrivano già i match in cui non si può sbagliare, il roster sembra a buon punto nel complesso per quello visto contro il Frosinone.