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L’amministratore delegato del Monza Adriano Galliani ha parlato a della sua carriera a 360° a SportLab, manifestazione digitale organizzata per i 75 anni di Corriere dello Sport e Tuttosport: “Cos’è il Monza per Adriano Galliani? Nasco a Monza da mamma imprenditrice che aveva avuto uno zio presidente del Monza negli anni 30. All’età di 5 anni ho iniziato a vedere le partite del Monza, è amore, passione, la squadra della mia città e il ricordo di mia madre. Quando vedo il Monza mi vengono i lucciconi per questo. Un susseguirsi di emozioni, il Monza è la mia grande passione, il mio grande amore”.

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Cosa ha rappresentato il Milan per Galliani? 

“Arrivo al Milan grazie ai 10 anni di esperienza al Monza dal 75 all’85. Incontro Berlusconi l’1 novembre ’79, gli dico che avrei lavorato giorno e notte per la sua televisione ma gli ho detto anche che avrei dovuto poter seguire il Monza. Il 31 dicembre del ’95 mi chiede di dimettermi e di occuparmi dell’acquisizione del Milan. Quindi vado al Milan, divento tifoso del Milan, resto 31 anni e vinciamo quello che tutti sappiamo. Poi il 13 aprile 2017 vendiamo il Milan e io ho detto che non sarei andato in un altro club che non fosse quello della mia città. Andare in un altro club, in un club diverso, sarebbe stato un tradimento al Milan. Scherzando dico che sono Ulisse che è tornato a Itaca. Nel 2018 vengo a sapere che il Monza è in vendita, lo dico a Berlusconi e lui mi dice di comprare il club. Abbandono Arcore, vado da Felice Colombo, proprietario del Monza, e in 2 minuti e 30 secondi decido e concludo per conto di Silvio Berlusconi l’acquisizione del monza”.

Gli obiettivi del Monza sono legati alla promozione in Serie A?
“Assolutamente sì, di questo i tifosi del Monza devono ringraziare Berlusconi. Anche al Milan facevamo così. Il budget? Faccio riferimento alle parole di Berlusconi ai tempi del Milan: il budget che serve, senza sprechi, per vincere Campionato, Champions e via dicendo. Abbiamo avuto a diposizione un budget per andare in A, non so cosa succederà ma il necessario per allestire una squadra che deve competere per la serie A ce l’abbiamo”.

Cosa c’era di vero in Ibrahimovic al Monza? 

“Noi giochiamo con Ibra, è una persona fantastica con cui sono rimasto in grande amicizia. Giocavamo su questa cosa, è ovvio ed evidente che nonostante il budget l’ingaggio di Ibra fosse un filino fuori dalla nostra portata…”.


Quale prospettiva per il nostro calcio? 

“E’ molto complesso come tutti i settori economici. Il calcio è un settore economico del paese, ha una contrazione dei ricavi importanti derivanti dall’assenza dei tifosi, dal calo delle sponsorizzazioni… Purtroppo, e questo vale per tutta la comunicazione, la pubblicità diminuisce più del pil quando il pil diminusice e cresce più del pil quando il pil cresce. E’ chiaro che le sponsorizzazioni sono in netto calo. Io ho il timore che anche i diritti tv i prossimi anni possano diminuire. Vorrei sgombrare l’equivoco: qualcuno mi dipinge come contrario all’ingresso dei fondi. Assolutamente no, sono favorevolissimo: è la distribuzione del denaro che mi preoccupa. Mi preoccupo che chi andrà in A fra 3-4-5 anni, abbia gli stessi introiti di chi è in Serie A oggi”.

fonte Tuttomercatoweb.com