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Intervenuto a CalcioMercato.com, via Instagram, il centrocampista biancorosso Marco Ezio Fossati ha parlato a ruota libera spaziando su vari argomenti. L'intervista integrale:

ll Monza stava facendo qualcosa di straordinario nel girone A di serie C con 16 punti di vantaggio sulla seconda.
"Fin dal primo giorno di ritiro abbiamo lavorato per questo, per raggiungere quell'obiettivo che tutti sappiamo. Stavamo facendo un grandissimo lavoro e purtroppo ci ha interrotto questa causa di forza maggiore. Speriamo di recuperare presto, al di là del calcio e del nostro lavoro".

Cosa stai facendo in questi giorni di quarantena?
"Mia moglie è molto brava a cucinare, mi ha fatto un plumcake oggi pomeriggo. Faccio due passi con il cane la mattina ma sto veramente poco e torno su. Faccio un po' di allenamento, pranzo e poi nel pomeriggio mi dedico alle serie Tv. Magari leggo un bel libro, qualche articolo e aiuto mia moglie a cucinare, ci divertiamo a fare qualche dolce insieme e portiamo avanti la giornata".

Quale libro consiglieresti?
"Sto rileggendo un libro che mi piace tanto: 'Il Monaco che vendette la sua Ferrari'".

Non sei un amante della Play station?
"Ho smesso di giocarci tre anni fa. Giocavo sempre al gioco del basket Nba, mai al calcio. L'ho messa nell'armadio e non la uso più".

Monza per te è qualcosa di speciale essendo la città dove sei nato. Ci racconti com'è nata l'idea di tornare a casa?
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Ero a Verona ma fuori dal progetto. Ero stato messo fuori lista, diciamo che non mi andava di passare un anno intero fermo, a non giocare. E appena ho ricevuto la chiamata del dottor Galliani la risposta è stata sì. Non so darti una vera e propria spiegazione".

Tu avevi già lavorato con Galliani ai tempi del settore giovanile del Milan.
"Esatto, sono stato con lui fin da giovanissimo. Lo conoscevo già e infatti lui in quella telefonata mi disse: 'Ti vengo a riprendere'. Non potevo assolutamente dire di no":

In quel Milan c'erano anche Simone Verdi, Mattia De Sciglio, Andrea Ganz solo per citarne qualcuno. Siete rimasti in contatto in questi anni?
"Si ogni tanto con De Sciglio, sento spesso Ganz e Mancuso che sta facendo grandi cose in serie B, siamo molto amici. Ho mantenuto un rapporto con qualche compagno e ogni tanto capita che ci sentiamo".

Dal Milan all'Inter, sempre nel settore giovanile: che ricordo hai dell'esperienza in nerazzurro?
"Ero arrivato al Milan da bambino piccolo piccolo proprio, poi ero stato per tre anni all'Inter e avevo vinto un campionato e uno scudetto. Poi ero tornato al Milan dove avevo messo la firma su un contratto di cinque anni e poi sono andato a giocare tanti anni in prestito: Latina in C, Ascoli, Bari, Perugia, Cagliari e Verona. All'Inter ho avuto tanti compagni molto forti, da Caldirola a Obi, Santon, Destro veramente tanti. Giocavo con i ragazzi più grandi e quindi non era molto facile per me però è stato molto bello. Mi affacciavo in una realtà di un certo spessore, ti sentivi giocatore a stare con certi compagni. Il momento più bello è stato senza dubbio la vittoria del campionato Allievi".

Giovani e di talento come il tuo nuovo compagno di squadra Dany Mota, arrivato a gennaio dalla Juventus: che prospettive ha?
"La società è stata chiara dicendo che gli acquisti che avrebbero fatto a gennaio sarebbero stati in ottica futura, ovvero della serie B, almeno per la serie B. Hanno preso giocatori di un certo spessore come Dany Mota che ti dà quel qualcosa in più. C'è poco da dire su questo ragazzo, è giovane e ha grandissime prospettive. Siamo contenti di averlo con noi":

Dal Pescara è arrivato un giocatore che stava facendo la differenza in serie B come Machin.
"Grandissimo talento,gli acquisti che abbiamo fatto sono di grande importanza. Spero di concludere, il prima possibile, questo campionato".

Nel vostro gruppo ci sono giocatori anche di grande esperienza come Paletta. Cosa vi ha dato l'argentino all'interno dello spogliatoio?
"Tantissimo, dal punto di vista dell'atteggiamento negli allenamenti. E' da apprezzare e ammirare il modo in cui si allena. Tutti i giorni al massimo, è un ragazzo splendido. Non dice mai una parola, solo quando c'è bisogno. Si allena a duemila all'ora".

Il vostro primo tifoso è l'amministratore delegato Galliani: cosa vi dice al termine delle partite?
"E' molto espressivo, quando scende negli spogliatoi lo vedi subito in faccia se è soddisfatto o meno. In questo campionato ha quasi sempre avuto motivo di essere soddisfatto, tranne in qualche occasione. Ci dice sempre di non abbassare la guardia, di portare avanti questo atteggiamento fino al raggiungimento dell'obiettivo. Mentre il presidente Berlusconi ci chiede sempre di giocare bene al calcio, vuole sempre vedere giocare la squadra in una certa maniera. Gli interessa principalmente quello":

Avete avuto qualche contatto con lui?
"Quest'anno spesso, è venuto praticamente sempre. Veniva anche in trasferta tranne quando aveva qualche impegno extra calcio. E' stato sempre al nostro fianco e lo sarà anche nei prossimi mesi".

Conosce i vostri ruoli e caratteristiche?
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Ha iniziato a conoscerci un po' tutti, lo vedi che ha grande passione per quello che stiamo costruendo. Lo vedi catapultato con tutta la sua passione in questo compito che ha di portare in A il Monza. Sa tutto di noi, pregi e difetti. Ritornare in serie A sarebbe una grande gioia, farlo con la maglia della mia città ho sempre voluto. Ne parlavo anche negli anni passati con la mia famiglia, sarebbe un sogno. Piano piano speriamo di realizzarlo. Prima di tutto dobbiamo sopperire a questo grande problema, poi arriveranno tempi migliori".

Un gioco offensivo che è la prerogativa del vostro allenatore Cristian Brocchi...
"Giochiamo con 4-3-1-2 puro, con la palla sempre a terra. Ha un gioco offensivo, gli piace avere il comando delle operazioni. Attraverso il bel gioco vogliamo arrivare all'obiettivo, ti fa stare bene. Si vede che ha giocato a calcio, per come si comporta con noi, come ti tratta, come ti gestisce. E' un valore aggiunto, penso che serva tanto far stare bene la squadra. Ama che la sua squadra sia sempre padrone del gioco e non succube degli avversari".

Siete partiti con il favore del pronostico ma non è mai facile confermarsi: qual è il vostro segreto?
"Fin dal primo giorno tutti i giornali ci classificavano in serie B e a volte può essere deleterio per una squadra. La nostra bravura è stata quella di affrontare ogni partita con la testa giusta, tutto parte da li. I mezzi tecnici li abbiamo, non serve nasconderci. Sappiamo di essere una squadra forte ma va sottolineato l'aspetto mentale e il modo in cui ci alleniamo".

Siete rimasti in contatto in questi giorni?
"Abbiamo un nostro gruppo Whatsapp e poi ci vediamo due giorni tutti insieme per allenarci, c'è la seduta di allenamento tutti insieme. A partire dal mister e dal direttore, la facciamo in video conferenza. Grazie a Dio c'è la tecnologia che ci può aiutare in questo periodo".

Nel 2011 avevi fatto una parte di preparazione con la prima squadra del Milan con Zlatan Ibrahimovic: che ricordi hai?
"C'era una pressione a giocare con quei giocatori, la palla scottava. Con Zlatan non potevi mai sbagliare altrimenti ti mandava a fare la doccia".

Aveva questo tipo di pretese anche con i ragazzi più giovani come lo eri tu al tempo?
"Si, non faceva distinzione. Dal più giovane al più vecchio per lui eravamo tutti uguali. Voleva solo vincere e basta. Ogni partitella, ogni competizione per lui non esisteva altro che la vittoria":

Ora sembra un suggestione anche se Brocchi ha detto che i tifosi del Monza possono sognare Ibrahimovic, ci credi?
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Potrebbe essere solo un sogno, poi non lo so se sarà possibile. Non voglio entrare in merito a quello che farà la società, sogno anche io insieme ai tifosi".

In molti tifosi ti scrivono da Bari, un'esperienza molto particolare...
"Bari è stupenda, non posso mai dimenticarla come esperienza. Abbiamo fatto impazzire una città intera, era stato un anno particolare culminato con il fallimento. I tifosi non venivano allo stadio all'inizio perché avevano delle divergenze con il presidente. Con il passare dei mesi, verso febbraio, eravamo terzultimi in campionato ma il presidente decide di rassegnare le dimissioni e lasciò la società. In quel momento tornarono i tifosi allo stadio e noi, con una grande cavalcata, raggiungemmo i play-off. Un anno indimenticabile, alla fine erano 60000 allo stadio, i tifosi non riuscivano a trovare più il biglietto. Peccato per com'è finita e di non aver raggiunto la serie A, però lo ricordo con tanta gioia":

A Bari è nata la pizza Fox21?
"Si (ride ndr), in onore mio grazie a un amico di nome Luciano che saluto. Fox è il mio soprannome da sempre, tutti mi chiamano così".

A Cagliari invece hai raggiunto la promozione...
"Esattamente, è stato il primo campionato vinto in B. Anche lì un gruppo straordinario, non era facile vincere ma siamo stati bravi sotto tutti i punti di vista. C'è poco da dire, il Cagliari la serie A se la merita e poi sono passato al Verona l'anno dopo":

Quali aspetti negativi e quali positivi della tua esperienza al Verona?
"Una piazza pazzesca, giochi davvero a livelli massimi del calcio italiano. Per l'amore che danno e l'attaccamento alla maglia i tifosi sono un valore aggiunto. Con la società mi sono trovato bene, città bellissima e poi anche lì ho vinto il campionato e fatto l'esordio in serie A quindi i ricordi sono bellissimi".

Il giocatore più forte con il quale hai giocato?
"Dico Farias a Cagliari, mi divertiva molto".

E il più simpatico?
"Giorgio Capece ad Ascoli era molto simpatico, se penso a lui mi viene solo da ridere. Poi il mitico Gennaro Troianiello, era uno spasso. Gennaro davvero straordinario, un valore aggiunto nello spogliatoio".

FONTE: CalcioMercato.com