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Dietro la quotidianità dei cittadini si nasconde un sistema sanitario sempre più fragile, dove i professionisti della cura si trovano spesso soli a fronteggiare carichi di lavoro e responsabilità crescenti. Le difficoltà organizzative, la burocrazia e la mancanza di ricambio generazionale stanno mettendo a dura prova la medicina territoriale, un pilastro che da sempre garantisce prossimità e fiducia tra pazienti e dottori.

In questo contesto, la voce dei medici di famiglia si è levata forte anche a Monza e Brianza, territorio che ancora una volta si fa specchio delle criticità nazionali.

Sciopero medici Monza: proteste e incontro con l’assessore

Nella giornata di mercoledì 5 novembre, i medici di base della provincia hanno aderito allo sciopero nazionale promosso dallo Snami, il principale sindacato autonomo dei camici bianchi. La protesta ha voluto denunciare “una situazione ormai insostenibile”, aggravata da un numero eccessivo di pazienti, troppa burocrazia e strumenti digitali spesso inadeguati.

Una delegazione dello Snami Monza e Brianza è stata accolta in Comune dall’assessore al Welfare Egidio Riva, che ha espresso solidarietà e si è impegnato a farsi portavoce delle istanze presso Regione Lombardia e Asst Brianza.

Ho condiviso la forte preoccupazione espressa dai medici – ha dichiarato Riva –. La crescente complessità burocratica e informatica e il sovraccarico di assistiti rischiano di indebolire la qualità della relazione di cura e, con essa, la capacità del sistema di garantire pienamente il diritto alla salute dei cittadini.

L’assessore ha poi aggiunto: 

Occorrono interventi strutturali e scelte lungimiranti per rendere la professione nuovamente attrattiva e sostenibile, tutelando al tempo stesso la salute dei cittadini e la qualità del lavoro dei professionisti.

Emergenza medici di famiglia e richieste sindacali

Le proposte del sindacato puntano in primo luogo alla riduzione della burocrazia e al miglioramento degli strumenti digitali di supporto. 

Serve semplificare le procedure amministrative, rendere più efficienti gli strumenti informatici e sviluppare modelli organizzativi territoriali più integrati, capaci di mettere in rete medici, infermieri, specialisti e operatori sociali, 

hanno spiegato i rappresentanti dello Snami.

Tra le priorità, anche il reclutamento di nuovi medici di medicina generale, oggi sempre più in calo. 

È fondamentale garantire condizioni di lavoro che favoriscano la scelta e la permanenza nella professione, riconoscendo il valore sociale e umano di chi opera ogni giorno a contatto diretto con le persone e le loro fragilità, 

ha ribadito Riva.

Secondo i dati dello Snami Monza e Brianza, quasi il 48% dei medici supera il limite dei 1.500 assistiti previsti dall’accordo nazionale, con punte che arrivano a 2.000 pazienti per singolo dottore. 

Il superamento di 1.400-1.500 assistiti influisce negativamente sulla qualità dell’assistenza – sottolineano dal sindacato –. Aumenta il carico di lavoro, si riduce il tempo dedicato a ciascun paziente e peggiora la capacità di garantire un’assistenza proattiva e personalizzata.

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