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Riceviamo e pubblichiamo una mail del nostro lettore Stefano C. 

Non è un racconto instagrammabile. Non è da Facebook o da editoriale. E' un vero e proprio racconto di una trasferta. Quindi, se volete leggerlo, mettetevi comodi e prendetevi il tempo necessario.

Dal punto di vista del tifoso. Un'inutile amichevole a Lione. A circa  530 km di distanza. In un giorno feriale sia lavorativo che scolastico. Ma chi te lo fa fare? "Papà, ma stiamo parlando del Groupama!"
Sapore internazionale. Il fascino della trasferta. L'astinenza dal calcio dal vivo. Ma che cavolo, andiamo!

Si parte di buon mattino. Autostrada. Tappa rifornimenti. Il primo "Wow!" di giornata è per la cordigliera delle Alpi che ci accompagna fino al Frejus, consigliato dal navigatore causa traffico. Al ritorno faremo il traforo del Monte Bianco ma di notte, con pioggia a secchiate, quindi niente "Wow!".Arriviamo nei pressi di Lione passato mezzogiorno ed il primo pensiero è quello di capire in quale zona sia lo stadio ed il secondo "Wow!" di giornata lo si sente quando si inizia ad intravedere il tetto bianco allo sbucare di un cavalcavia. Ci appare davanti il Groupama. Spettacolare anche solo vederlo da fuori. Quando avremo poi modo di esplorarlo da vicino, prima della gara, si dimostrerà anche meglio. 
Fast-food. Gita a Lugdunum, nome romano della città, che visitiamo piuttosto velocemente e soprattutto nella parte dei resti dei teatri romani, nella parte antica sulla collina.
Il lungo Rodano così come il centro risultano affollati dallo "struscio" (ma si dice ancora? I figli mi han chiesto cosa volesse dire...) pertanto evitiamo.

Raggiungiamo nuovamente lo stadio che sono circa le 17:30. Ci inoltriamo nelle interiora dello stadio e troviamo parcheggio nei sotterranei. Un antistadio immenso.
Molti servizi sono chiusi ma si vede che c'è di tutto, da una miriade di parcheggi disponibili, ad un museo, alle statue dei leoni sparse, ai servizi di ristorazione, ai negozi di gadget e souvenirs.
In attesa dell'apertura dello stadio lo giriamo completamente. Zone vip, zone fans e tutto quello che può offrire uno stadio moderno. Alle 18 si entra ed anche qui un altro anti-stadio sotto le tribune con i vari servizi di ristorazione, altri negozi e di tutto di più.
 Il terzo "Wow!" di giornata appena si entra sulle gradinate. Rimaniamo tutti senza parole per un po', almeno fin quando non ci viene in mente di immortalare questo momento con qualche fotografia.
Gli effetti da stadio sono tutti un po' soffusi e limitati comunque dalla poca affluenza di pubblico ma l'impatto è molto emozionante. Siamo in tre e a noi si aggiungono altri due tifosi del Monza che si sono sobbarcati la trasferta. Non siamo gli unici, in fondo!!!
Entrano in campo i nostri per il riscaldamento. Inizia a anche a piovere, a tratti con una certa intensità, ma nonostante fossimo posizionati in 5/6 fila, nemmeno una goccia di pioggia abbiamo preso. C'è intensità nel riscaldamento, la stessa che vedremo poi in partita.

Inizia la gara. E' gara vera. Nessuno dei ventidue si risparmia e qualche battibecco, tirata di maglia e qualche entrata non leggera fan capire che è sì un'amichevole ma che va giocata a mille. Il Monza fa girare palla all'inizio anche se non troppo in affanno e sembra più cercare la via di verticalizzazione giusta piuttosto che farlo con la paura di perdere palla. Il Lione ha tanti giocatori tecnicamente molto buoni e fisicamente davanti ci sovrastano con Dembelè e Lacazette ma noi sopperiamo al fisico con tecnica e atleticità. Si vede la mano di Palladino, giochiamo tanto uno-contro-uno, in maniera gasperiniana direi. Rischi qualcosa dietro ma rischia anche di recuperare palla alta e andare. Bella partita. Intensità importante che sembra dimostrare che i carichi pesanti siano stati smaltiti, quasi del tutto. Poi il lampo che premia il gran primo tempo del Monza. La palla esce con difficoltà ma arriva a metacampo a Petagna che senza guardare si gira e lancia nello spazio Carlos. Gran corsa verso l'area e tiro che Lopes non può far altro che respingere su Mota che seguendo l'azione si trova da solo a porta spalancata.
Gran gol perchè l'azione è stato fatto tutto secondo manuale, come studiato a tavolino. La palla esce al centro del campo, la punta centrale viene incontro, la prende e la gira nello spazio sugli esterni che puntano l'area ed hanno poi due opzioni, il tiro o il pallone in mezzo. 
Finisce il primo tempo ed il quarto "Wow!" di giornata non è tanto per il risultato che vediamo sul tabellone ma per la prestazione della squadra. Davvero in splendida forma. Nel secondo tempo si ribadisce il concetto di azione da manuale. Palla gestita in difesa, anche con qualche rischio da parte di Di Gregorio, che esce in mezzo al campo per la magia di tacco di Mota verso Donati. Corsa verso l'area ma non riuscendo a staccare gli avversari manda giustamente il pallone nello spazio per Caprari che si ritrova da solo davanti al portiere grazie anche ad un'improvvida scivolata del centrale del Lione. 2-0 e noi cinque unici a festeggiare in mezzo ai francesi che iniziano a mugugnare nei confronti dei loro beniamini. Cosa che fa solo aumentare il livello di nervosismo in campo dalla parte avversaria.
Si arriva al finale convulso. Convulso perchè i tanti cambi sconvolgono la partita e gli equilibri in varie zone del campo. Loro pressano un po' di più ma noi ripartiamo sempre bene. L'emozione dell'ingresso di Marì non riesco nemmeno a descriverla. Si pensava fosse a Lione per "far numero" ed invece Palladino lo fa giocare. Davvero emozionante. Tornando al campo, Machin-Caprari potrebbe chiudere definitivamente la gara ma l'azione non si conclude e, come c'era da aspettarsi, la pressione francese viene premiata su azione di calcio d'angolo dove pecchiamo, come detto, fisicamente e per la seconda volta un loro attaccante sovrasta un nostro difensore solo che questa volta la palla si stampa sul palo invece che andare alta e dopo il rimbalzo torna in mezzo per un liberissimo Lukeba. Ormai è finita. Al fischio dell'arbitro i figli vanno verso la balaustra aspettandosi almeno un cenno di saluto della squadra ed invece nulla. I giocatori vanno verso lo spogliatoio. Marì resta a farsi qualche foto con tutti che lo salutano e festeggiano il suo ritorno in campo. Solo Mota, Carlos e Petagna tornano poi sotto la tribuna ma vanno da un gruppetto di francesi con i quali scambiano quattro parole e lanciano maglia e pantaloncini. Beh, avessero scelto noi per il lancio di magli ainvece di chi li prendeva in giro (manco sapendo che due sono stranieri!) chiamandoli "Spaghetti" forse sarebbe stato meglio. Vabbè, unica piccola delusione che ha lasciato con l'amaro in bocca i figli. No, a me non interessa molto di queste cose, però anche solo un cenno di saluto sarebbe stata una piccola ricompensa per i 1100 km di trasferta. Beh, a dire il vero un saluto c'è stato, quello del nostro portiere quando ad inizio partita, visto che era dalla nostra parte, abbiamo urlato: "Vai Di Gre!"
 Comunque sia, le trasferte rimangono indelebili per le emozioni che ti trasmettono e questa ne ha trasmesse tante e la piccola delusione finale non scalfirà certamente la memoria di una vittoria internazionale, seppur in amichevole, giocata in maniera splendida dal nostro Monza. 
Ed ora sotto con Firenze. Stefano Cambiaghi