L'ex ministro dietro le quinte di Forza Italia: 'Applausi obbligati alle battute di Berlusconi'
Elio Vito racconta un episodio mai emerso: 'Vertone non applaudì e Berlusconi gli fece una scenata pubblica'

Entrato in politica da giovanissimo con i Radicali, Vito fu eletto per la prima volta in Parlamento nel 1992. Nel 1996 passò nel centrodestra, divenendo uno degli uomini di fiducia di Silvio Berlusconi, con ruoli di primo piano a Montecitorio e nell’ultimo governo guidato dal leader di Forza Italia. La sua parabola politica si è chiusa con le dimissioni dal Parlamento nel 2022, in aperto dissenso su alcune scelte del partito.
Le intuizioni televisive di Silvio Berlusconi
Ricordando la campagna elettorale del 2001, Vito racconta:
Più che il paziente zero sono stato il virus, l’artefice di molte delle cose che vediamo oggi in televisione quando si scontrano i politici. [...] Durante una delle riunioni del venerdì ad Arcore, quelle in cui si decidevano gli slogan per i manifesti sei-per-tre, Berlusconi mi propose di andare nel programma di Michele Santoro a sostenere uno dei confronti diretti col capo della coalizione avversaria. [...] Il giorno dopo Aldo Grasso ne scrisse sul Corriere. Già la sera stessa, dopo il programma, Berlusconi mi chiamò per complimentarsi e mi passò sua moglie Veronica, con cui discussi delle cravatte da indossare le volte successive.
Intellettuali e fedeltà: quando Berlusconi pretendeva applausi
Vito rievoca anche il lavoro svolto con Peppino Calderisi per aprire Forza Italia alla cultura liberale e riformista, citando figure come Lucio Colletti, Marcello Pera e Saverio Vertone. Ma il rapporto con Berlusconi si rivelò più complesso:
La candidatura con Forza Italia di personalità del calibro di Lucio Colletti, Marcello Pera, Giorgio Rebuffa, Piero Melograni e Saverio Vertone alle elezioni del 1996 è stata una delle cose migliori fatte da Berlusconi in politica. [...] Un giorno, durante un’assemblea dei gruppi parlamentari, Berlusconi fece una di quelle battute di fronte alle quali la platea si sbellicava dalle risate e applaudiva. Ora non ricordo se fosse o meno una barzelletta delle sue; sia come sia il Cavaliere notò, circondato da centinaia di mani che si spellavano per applaudirlo, che c’era Saverio Vertone immobile, non sorrideva né applaudiva. Una cosa intollerabile, per il Cavaliere, che pretendeva che i suoi ridessero a tutte le sue battute. Berlusconi si interruppe e gli fece una scenata pubblica. Vertone, naturalmente indignato per il trattamento ricevuto, lasciò subito Forza Italia.
Il caso Vertone e l’idea dello “streaming ante litteram”
Ripensare a questo episodio tanti anni dopo mi ha fatto riflettere sul come Berlusconi, tra mille altre cose, abbia inventato anche lo streaming poi collaudato da Beppe Grillo: delle riunioni dei gruppi di Forza Italia facevano uscire all’esterno tutto; questa vicenda di Vertone, invece, non uscì mai.
Una rottura definitiva
Nel corso dell’intervista, Vito ha sottolineato come l’ultimo strappo con Berlusconi sia avvenuto in occasione del voto sulla legge Zan. Dopo anni di divergenze su temi etici, il voto favorevole di Vito sancì la fine del rapporto politico con Forza Italia. Una distanza divenuta irreparabile, anche alla luce delle trasformazioni del partito dopo la scomparsa del suo fondatore.

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