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Quello visto in casa contro la Reggiana, diciamolo chiaramente, è stato un Monza che per un tempo è stato attento, accorto e propositivo, che è riuscito a mettere in campo la sua idea precisa di gioco, tanto che dagli spalti dell’U-Poer Stadium qualcuno alludeva alla pochezza dell’avversario. La smentita è arrivata puntualmente bel secondo tempo, e con essa tante critiche e molti rimpianti nei confronti di due giocatori presenti in tribuna: Rovella e Carlos Augusto.   

Appiattire la comunicazione dopo un risultato poco esaltante su un generico “va tutto bene” non è da tifosi veri, non lo è mai stato e mai lo dovrà essere. Crediamo che questa rosa non sia una Ferrari (o una Lamborghini… fate voi) ed in quanto tale il mister necessiti di una guida sicura che sia in grado di non andare a sbattere alla prima curva. Per supportare la nostra tesi però occorre che l’idea precisa di gioco della Palladino-band, che ben conosciamo,  possa essere supportata da un patrimonio umano adeguato. Gli avversari ci temono, ma soprattutto ormai ci conoscono bene e qualche variante sul tema in termini di giocatori affamati ed ambiziosi ci pare d’obbligo.  

La critica, se costruttiva, è un mero atto d’amore. Detto ciò, ribadiamo la nostra posizione: per noi il Monza viene prima di tutto, ma siamo sempre abituati a dire ciò che pensiamo. Ora che rimane solo il campionato a cui pensare: testa bassa e pedalare, tutti (ma proprio tutti, nessuno escluso…) insieme.

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