Monza, disabile senza pass per il parcheggio: la decisione del Tar
Diritto negato a una disabile totale: il Tar interviene contro l’Asst Brianza.
Un diritto riconosciuto per legge che, improvvisamente, viene negato.
È quanto accaduto a una donna residente a Monza, affetta da gravi patologie croniche e riconosciuta invalida totale.
Per continuare a usufruire di un permesso essenziale alla vita quotidiana è stata costretta a rivolgersi alla giustizia amministrativa.
E solo grazie all’intervento del Tar è riuscita a vedere ripristinato quanto le spettava.
Il pass per disabili revocato dopo una visita di routine
La donna, affetta da una pluralità di patologie di natura cronica e invalida al 100 per cento, era titolare dal 2020 del contrassegno speciale per il parcheggio dei disabili, regolarmente rilasciato.
Nel 2023, in occasione di una visita medica di routine per il rinnovo, l’Asst della Brianza ha però deciso di revocare il permesso, negandone il rinnovo.
Una decisione che ha avuto conseguenze immediate sulla sua autonomia e sulla possibilità di svolgere le normali attività quotidiane.
Il ricorso al Tar della Lombardia
Assistita dall’avvocato Vito Chimienti, la donna ha presentato ricorso al Tar della Lombardia, chiedendo l’annullamento del provvedimento.
I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso, annullando la decisione dell’Asst della Brianza.
Dagli atti emerge che già in passato era stato accertato come la donna fosse affetta da handicap grave, tale da richiedere un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale.
Le motivazioni dell’Asst bocciate dai giudici
Secondo quanto riportato nella sentenza, durante la visita medica del giugno 2023, l’Asst aveva respinto la richiesta di rinnovo sostenendo che la donna “non ha la capacità di deambulazione sensibilmente ridotta”.
Un giudizio ribadito anche in un successivo accertamento del 15 settembre, che aveva confermato il parere negativo sui requisiti medico-legali.
Motivazioni che il Tar ha ritenuto insufficienti e non adeguatamente argomentate.
“Provvedimento privo di spiegazioni e con travisamento dei fatti”
I giudici hanno evidenziato come il diniego del contrassegno non spiegasse in alcun modo perché le condizioni cliniche della donna non incidessero sulla capacità di deambulazione.
Il provvedimento si limitava, secondo il Tar, a una “laconica affermazione negativa”, accompagnata da un travisamento dei fatti.
Nella sentenza viene inoltre ricordato che già dal 2017 era stato accertato che per la donna non esiste alcuna possibilità di miglioramento clinico.
Un diritto fondamentale legato alla vita quotidiana
Il contrassegno per il parcheggio, sottolinea il Tribunale amministrativo, rappresenta uno strumento fondamentale per l’autonomia personale e per lo svolgimento delle attività di vita quotidiana.
Proprio per questo motivo non può essere negato in assenza di motivazioni solide e puntualmente documentate.
Possibile ricorso al Consiglio di Stato
Alla Asst della Brianza resta ora la possibilità di presentare ricorso in secondo grado davanti al Consiglio di Stato.
Intanto, però, la donna ha visto riconosciuto quello che il Tar definisce a tutti gli effetti un diritto fondamentale.



