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Nel mondo dello sport esistono percorsi che nascono lontano dai riflettori, ma che finiscono per lasciare un segno profondo nella comunità. Iniziative capaci di unire formazione, impegno e opportunità concrete, soprattutto quando coinvolgono realtà fragili e spesso dimenticate. È proprio in questi contesti che progetti ben strutturati possono trasformarsi in strumenti di riscatto e crescita personale. E non mancano esempi che mostrano quanto la collaborazione tra istituzioni e associazioni sportive possa produrre risultati reali.

10 detenuti del carcere di Monza conseguono il diploma di Personal Trainer FIPE
Foto Federpesistica

Formazione FIPE e carcere di Monza: un progetto che unisce sport e reinserimento

Dieci detenuti della Casa Circondariale di Monza hanno ottenuto il diploma di Personal Trainer FIPE di 1° livello, diventando i primi in Italia a raggiungere questo traguardo all’interno di un istituto penitenziario. Un risultato definito “senza precedenti” dalla stessa FIPE, reso possibile grazie alla sinergia con CSI Milano, partnership che negli ultimi mesi ha sviluppato iniziative mirate all’inclusione e alla costruzione di nuove competenze.
Il corso è stato condotto da tecnici federali e ha confermato la centralità dello sport come strumento di reintegrazione sociale. Fondamentale anche il ruolo della direttrice del carcere di Monza, Cosima Buccoliero, che continua a sostenere attività capaci di creare connessioni tra interno ed esterno dell’istituto.

Detenuti, sport e comunità: i risultati della collaborazione FIPE – CSI Milano

La cerimonia di consegna degli attestati ha visto la presenza del presidente FIPE Alberto Miglietta, che ha espresso il proprio entusiasmo di fronte all’impegno dei partecipanti: “È stata una enorme emozione poter conferire gli attestati di 1° livello Personal Trainer FIPE a questo gruppo di ragazzi che hanno dimostrato grande passione e volontà”.
L’impegno della federazione negli istituti penitenziari non è nuovo: già nei mesi scorsi la FIPE aveva avviato un progetto al carcere di San Vittore, con attività settimanali guidate da tecnici lombardi. Le sessioni, della durata di quattro ore, hanno proposto programmi di educazione al movimento, esercizi a corpo libero e lavori con sovraccarichi, offrendo ai detenuti un percorso strutturato di benessere e responsabilizzazione.