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Ci sono chiaramente anche delle eccezioni: tre i casi in cui il tocco di mani o braccia è considerato regolare: 

- quando il pallone proviene dalla testa o dal corpo del calciatore stesso;
- quando mani e braccia sono posizionate vicino al corpo senza aumentarne il volume, in maniera considerata naturale;
- quando un calciatore cade a terra e nel tentativo di attutire l'impatto lascia mani e braccia tra corpo e suolo.

Ecco spiegata la decisione di arbitro e VAR nella partita che il Monza ha disputato allo stadio San Nicola a Bari ed ecco spiegata la protesta, appena tiepida e subito pacata dal direttore di gara, di capitan Pessina e dei suoi compagni di squadra per il rigore non concesso.

Detto ciò, a tutti coloro che hanno visto l'episodio incriminato l'operato dell'arbitro Simone Galipò della sezione di Firenze (alla sua 14esima direzione in Serie B -  non ha ancora esordito in Serie A) è parso da censura: tre giocatori ospiti già ammoniti dopo circa 20 minuti dall'inizio della partita oltre ad altre decisioni molto discutibili e soprattutto monodirezionali. Ma almeno sull'episodio sul quale l'arbitro ed il VAR hanno deciso di non intervenire (tiro a botta sicura di Galazzi che ha chiaramente impattato sul braccio di Vicari) si può dare una spiegazione.

Spiegazione che non vuole essere una giustificazione, perché a questo punto il dibattito verterà sulla domanda: ma davvero Vicari cade a terra e nel tentativo di attutire l'impatto lascia mani e braccia tra corpo e suolo? 

Una cosa appare certa: le regole così come sono attualmente non vanno bene e andrebbero nuovamente cambiate. O no?

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