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C'è un clima di tensione crescente in città, dove i temi legati alla guerra, alla presenza militare e alla libertà di espressione si intrecciano in un confronto che travalica i semplici atti di protesta. In un contesto sociale già attraversato da contrasti e mobilitazioni, un episodio avvenuto a maggio continua a far discutere.

Oggi si registrano nuovi sviluppi, che aggiungono un tassello delicato a una vicenda già densa di significato politico e giudiziario.

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Scritte contro militari e guerra: indagini e denunce

Nel mese di maggio erano comparse alcune scritte contro i militari e la guerra sulla facciata dell’Arengario e su altri muri di Monza, proprio nei giorni in cui si svolgeva in Brianza l’evento Italian Raid Commando. Una manifestazione militare accompagnata da una parata nel centro della città, fortemente contestata da gruppi locali.

Il sindaco Paolo Pilotto aveva definito l’accaduto uno “sfregio” e sporto denuncia contro ignoti. Da lì sono partite le indagini della procura che, secondo quanto emerso, avrebbero portato nelle ultime ore a una nuova fase.

Perquisizioni a Monza e in Brianza: cosa è successo

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La mattina del 3 luglio 2025, tre persone sono state perquisite dalla polizia presso le loro abitazioni a Monza e in Brianza. A riferirlo è stato il centro sociale Foa Boccaccio, con un comunicato pubblicato sui social. Nel post si spiega che i provvedimenti sono collegati all’indagine aperta dalla procura su iniziativa del sindaco e che i reati ipotizzati sarebbero quelli di imbrattamento e vilipendio delle forze armate.

Secondo il centro sociale, le frasi al centro dell’inchiesta sono di contenuto antimilitarista e critico verso la politica del riarmo e la presenza di militari nelle città. Non ci sono al momento conferme ufficiali da parte delle autorità competenti, che mantengono il riserbo sull’evolversi dell’inchiesta.

La reazione del centro sociale Foa Boccaccio

Nel comunicato diffuso tramite i propri canali, Foa Boccaccio rivendica la libertà di espressione e denuncia un “clima repressivo” legato alla gestione degli spazi di dissenso in città. La protesta, si legge, mirava a esprimere dissenso pacifico nei confronti della militarizzazione del territorio, e l’intervento della polizia viene considerato sproporzionato.

Per ora, l’unico riscontro pubblico arriva da questa fonte, ma la vicenda è destinata a tenere banco anche nei prossimi giorni, con possibili reazioni politiche e sociali.


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