Bufera Signorini: arriva la scelta improvvisa che cambia gli equilibri televisivi di Mediaset
Sullo sfondo una vicenda controversa che apre interrogativi su esposizione mediatica e reputazione
Nel mondo della televisione e dell’informazione, la reputazione resta un capitale fragile, capace di essere messo in discussione in tempi rapidissimi. La sovraesposizione mediatica, amplificata dal web e dai social, rende sempre più complesso distinguere tra fatti verificati e narrazioni costruite. In questo contesto, il confine tra cronaca, attacco personale e danno reputazionale appare spesso sottile.
Non è raro che figure pubbliche scelgano di intervenire direttamente per tutelare la propria immagine, affidandosi a strumenti legali e a prese di posizione formali. Le aziende editoriali, dal canto loro, sono chiamate a bilanciare libertà di informazione, responsabilità e rispetto dei codici interni.
È proprio all’interno di questo scenario che si colloca una vicenda che ha rapidamente attirato l’attenzione del mondo mediatico e televisivo italiano, coinvolgendo uno dei volti più noti del piccolo schermo.

Alfonso Signorini sospende gli impegni con Mediaset
Gli avvocati Daniela Missaglia e Domenico Aiello, nuovi legali di Alfonso Signorini in sede civile e penale, hanno annunciato la decisione del conduttore di sospendere temporaneamente ogni attività editoriale con Mediaset. In una nota parlano apertamente di una "campagna calunniosa e diffamatoria" volta a "distruggere" l’onorabilità professionale del giornalista.
Per fronteggiare queste gravissime condotte illecite, a tutti evidenti, e soprattutto il capillare riverbero che trovano su alcuni disinvolti media, il dott. Alfonso Signorini, professionista che ha costruito con scrupolo, serietà ed abnegazione una intera carriera di giornalista, autore, regista e conduttore televisivo, si vede costretto a sospendere in via cautelativa ogni suo impegno editoriale in corso con Mediaset
scrivono i legali.
Secondo Missaglia e Aiello, l’azione contro Alfonso Signorini sarebbe portata avanti con un preciso intento distruttivo.
È noto il principale responsabile di questa surreale e virulenta aggressione, soggetto che - nonostante le precedenti condanne penali - oggi vorrebbe assumere le vesti di giudice e pubblico ministero, imponendo proprie regole per un tornaconto personale e non certo per l'interesse di Giustizia.
I legali definiscono la ricostruzione dei fatti "destituita di ogni prova o verità", annunciando iniziative giudiziarie per fermare quella che viene descritta come una condotta "dolosa e malevola".
Campagna diffamatoria e azioni legali: il fronte giudiziario
Nel comunicato, gli avvocati di Alfonso Signorini chiariscono che l’azione legale non si limiterà ai presunti responsabili diretti.
Agiremo in ogni sede affinché non solo sia interrotta la condotta, dolosamente malevola, ma siano resi noti alla Giustizia tutti i concorrenti e beneficiari di questo crimine.
L’offensiva annunciata coinvolgerà anche chi, secondo la difesa, contribuirebbe alla diffusione dei contenuti contestati.
Agiremo, altresì e senza indugio, contro sponsor, motori di ricerca, siti e canali web che amplificano gli effetti della condotta criminosa.
Secondo i legali, chi offre spazio e visibilità a tali contenuti "antepone interessi economici al rispetto di diritti costituzionali e della sacralità della vita privata altrui", configurandosi come "co-autori del crimine" e responsabili del danno subito dal giornalista.
Mediaset e il codice etico: la posizione dell’azienda
Alla decisione di Alfonso Signorini ha fatto seguito una nota ufficiale di Mediaset, che ha dichiarato di accogliere la sospensione cautelativa degli impegni editoriali.
Mediaset accoglie la decisione di Alfonso Signorini di sospendere cautelativamente il suo impegno editoriale, stante l'esigenza di tutelare sé stesso e le persone interessate nella vicenda mediatica in cui è rimasto suo malgrado coinvolto.
L’azienda di Cologno Monzese ha ribadito che agirà "con determinazione in tutte le sedi sulla base esclusiva di elementi oggettivi e fatti verificati" per contrastare la diffusione di contenuti ritenuti diffamatori o calunniosi.
Nel comunicato si sottolinea anche il richiamo al codice etico interno:
Chi opera per l'azienda è tenuto ad attenersi a chiari principi di correttezza, responsabilità e trasparenza, come definiti dal Codice Etico, che viene applicato senza eccezioni.
Sono inoltre "in corso tutti gli accertamenti e verifiche per garantirne il suo rispetto".



