Concerti e sold out: Codici chiede trasparenza e regole rigide
Codici denuncia i falsi sold out nei concerti e chiede più regole, trasparenza e controlli contro bagarinaggio e truffe online.

C’è un’emozione unica nel partecipare a un concerto dal vivo, respirare la musica insieme a migliaia di persone e condividere ricordi che rimangono impressi per sempre. L’attesa, i biglietti custoditi con cura, la gioia di entrare nello stadio o nel palazzetto: ogni dettaglio contribuisce a trasformare la serata in un evento indimenticabile. Negli ultimi anni, i live show sono diventati non solo appuntamenti musicali, ma veri e propri fenomeni sociali capaci di muovere intere generazioni.
Tuttavia, dietro l’entusiasmo del pubblico si nasconde una realtà meno scintillante, che rischia di rovinare l’esperienza dei fan. Una realtà fatta di speculazioni, truffe e mancanza di regole chiare che minano la fiducia degli spettatori e mettono in difficoltà anche gli stessi artisti.
Concerti e sold out: trasparenza e tutela dei consumatori
Viva la musica e i concerti live, ma con regole chiare e a tutela dei consumatori. Negli ultimi anni si è assistito a un incremento sospetto di eventi dichiarati “sold out” in pochi minuti. Dietro a questi annunci, però, spesso si nasconde un sistema poco trasparente: biglietti introvabili che ricompaiono sui canali ufficiali a ridosso dell’evento o che finiscono su piattaforme non autorizzate a prezzi gonfiati.
L’associazione Codici, da sempre al fianco dei cittadini, denuncia questo meccanismo e chiede un intervento immediato delle autorità. «I sold out istantanei non reali danneggiano i fan, creano un mercato parallelo opaco e alimentano il bagarinaggio digitale», ha dichiarato Davide Zanon, presidente di Codici Lombardia.
Biglietti e bagarinaggio: regole e controlli più rigidi
Non è raro che poche ore prima dell’inizio dei concerti i biglietti vengano rimessi in vendita sugli stessi canali ufficiali, talvolta a prezzi scontati, creando ulteriori dubbi sulla gestione delle biglietterie. Per questo Codici chiede: trasparenza nella comunicazione, limiti più severi all’acquisto multiplo, controlli incrociati sulle piattaforme secondarie e sanzioni per chi alimenta la rivendita a prezzi maggiorati.
«Il diritto alla cultura e alla partecipazione non può trasformarsi in un privilegio per pochi», ha aggiunto Zanon, invitando Agcom, Polizia Postale e Guardia di Finanza a un tavolo di confronto urgente. Una regolamentazione equa è vista come l’unico strumento per tutelare i fan e restituire credibilità a un settore che dovrebbe essere sinonimo di passione e non di speculazione.