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Ce lo rammentiamo assolutamente nel biennio e mezzo in cui ha militato in Brianza, dall'estate 2012 al drammatico, sportivamente parlando, gennaio 2015. Parliamo del romano Alessio Vita, che ha disputato (con risultanti estremamente soddisfacenti) due campionati di Seconda Divisione (C2) e un mezzo di Lega Pro (C1) col Monza.

https://www.youtube.com/watch?v=-PYpCFF3Co8&feature=youtu.be

Di acqua sotto i ponti ne è passata in questo lustro, soprattutto per il Monza che ha vissuto, in piena sintonia con la sua storia travagliata nel nuovo millennio, peripezie e mutamenti degni della miglior sceneggiatura cinematografica o teatrale. Ma anche per Alessio tante situazioni sono mutate; ha varcato otto anni e mezzo fa (all'alba del centenario societario) i cancelli di Monzello da semi sconosciuto giovane di prospetto, in punta di piedi, con la serietà e la professionalità che lo han sempre contraddistinto, passando poi a sfiorare la massima serie (ai playoff), non più tardi di tre mesi fa, con il Citta e superando di gran lunga il traguardo delle 100 partite nel secondo livello italiano.

Era quello del 2012/13 un torneo su cui ricostruire, dopo la brutta retrocessione del campionato precedente col culmine negativo dei playout di Viareggio e i malumori della piazza delusa. Di Vita si conosceva poco o nulla, sbarbato e novello nel "Calcio dei Grandi"; garantiva per lui il suo antesignano Asta (richiamato da timoniere nel capoluogo brianzolo, dopo le gioie da calciatore, per rinvigorire un ambiente sfiduciato) che lo portò con sè dal settore giovanile del Torino. Alcune delusioni cocenti (Portogruaro o la finale di Coppa di C con la Salernitana) ma anche gradevoli sensazioni (la pregevole realizzazione in notturna nel derby vinto col Como o la promozione del 2014 da protagonista) ai supporter, giunte anche grazie al lavoro di tutto o quasi il gruppo di quel biennio.

Ale si era imposto sin da subito (restano quelli i tornei in cui si è distinto maggiormente in termini realizzativi) per la sua duttilità tattica, le capacità tecniche, la generosità e l'umiltà che a quell'età (19 anni) non è sempre scontata; a Monza si può dire tranquillamente che è divenuto uomo, sia per situazioni personali concomitanti nella parentesi biancorossa ma anche per essere stato, questo habitat, il suo trampolino di lancio e base di maturazione verso altri lidi e categorie superiori.

Il presente è l'isola felice Cittadella, ambiente ideale per fare calcio senza eccessive pressioni ed esprimersi al meglio, pienamente adatto anche alle sue attitudini atletiche e temperamentali; in Serie B, in quasi 5 stagioni, ha accumulato numerosi chilometri di sgasate sulla fascia che tanto ama, anche se la sua poliedricità lo ha spinto presto a reinventarsi come mezzala (ruolo che ricopre attualmente con Venturato), trequartista o addirittura riferimento centrale (più raramente) della mediana; sono 140 finora i gettoni intascati in Cadetteria tra Vicenza, Cesena e proprio Cittadella, conditi inoltre da 5 gol (più la marcatura in Coppa Italia col Cesena) e 12 assist per l'atleta laziale.

Non è la prima volta che l'ormai 27enne e il Monza tornano ad incrociarsi, visto che già due anni fa (2018/19) si sono sfidati in una doppia circostanza quando vestiva la casacca salodiana della Feralpi (unico intermezzo in C dopo il congedo da Monza).

Pensiamo che il suo buon ricordo verso il Monza sia rimasto intatto, ancora indelebile l'immagine del saluto d'addio sotto il settore ospiti del "Silvio Piola" di Novara nella sua ultima fatica (con rete) monzese, in uno dei frangenti più bui dell'iter del 1912.

Auguriamo a Vita il più soddisfacente prosieguo di carriera, con la speranza di poterci ritrovare magari in Serie A (categoria sfiorata solamente quando il suo cartellino è stato di proprietà del Sassuolo) nel più breve tempo possibile; onorati di rivederlo, anche se in campo sarà una battaglia sportiva vitale per il Monza, che non potrà permettersi un altro passo falso contro uno dei sodalizi più in forma del momento e che venderà cara la pelle, come al solito, per mantenersi nei quartieri alti di graduatoria. Chi non ritroverà sul green purtroppo è Mattia Finotto, compagno di avventura di quell'epoca (ed ex Cittadella), come noto costretto ai box per l'infortunio al crociato. Detto ciò leali avversari sul tappeto verde, ma sempre e comunque "amici" al di fuori.

FOTO: Alessio Vita Instagram