È morto Giorgio Rumignani: il tecnico delle imprese silenziose che allenò anche il Monza
Il tecnico friulano si è spento a 86 anni: promozioni, salvezze e un passaggio in biancorosso
Nel calcio italiano esistono figure che hanno attraversato decenni e categorie lasciando un segno silenzioso ma profondo. Tecnici capaci di entrare in spogliatoi complicati, di leggere le difficoltà ambientali prima ancora di quelle tattiche, di lavorare lontano dai riflettori ma con risultati concreti.
Allenatori che non hanno mai fatto rumore, ma che sono rimasti impressi nella memoria di tifoserie diverse, soprattutto nelle piazze abituate a lottare ogni stagione. Profili che hanno saputo adattarsi a contesti difficili, spesso subentrando a campionato in corso.
Anche Monza, nel suo lungo percorso tra Serie B e Serie C, ha incrociato uno di questi protagonisti del calcio italiano, capace di portare esperienza e rigore in una fase delicata della propria storia sportiva.

La scomparsa di Giorgio Rumignani e il suo legame con Monza
È morto Giorgio Rumignani, storico allenatore italiano, scomparso all’età di 86 anni. Friulano d’origine, si è spento nella sua abitazione di Lignano Sabbiadoro. Nel corso della sua lunga carriera, Rumignani ha guidato oltre venti club professionistici, diventando un riferimento soprattutto tra Serie B e Serie C.
Tra le tante panchine occupate, c’è anche quella del Monza, esperienza maturata nella stagione 1995-1996 dopo la promozione ottenuta con il Ravenna. Un passaggio breve ma significativo, inserito in una fase storica complessa per il club biancorosso. L’avventura brianzola si concluse a marzo con la sostituzione in panchina, ma resta parte integrante del percorso di un tecnico noto per essere chiamato nei momenti più delicati.
La sua presenza a Monza rientra perfettamente nel profilo di allenatore esperto, spesso scelto per gestire situazioni difficili, ambienti sotto pressione e squadre bisognose di equilibrio e ordine.
Giorgio Rumignani tra Serie B e Serie C: promozioni e salvezze
La carriera di Giorgio Rumignani come allenatore è stata contraddistinta da risultati concreti e da una fama costruita sul campo. In Serie C, ha conquistato promozioni importanti con Teramo, Francavilla e Ravenna, oltre alla Coppa Italia di Serie C con la Sambenedettese.
In Serie B, invece, è rimasto celebre per alcune salvezze considerate autentiche imprese. Su tutte quella con il Pescara nella stagione 1993-1994, ottenuta subentrando a campionato in corso, esperienza ricordata ancora oggi dal club abruzzese, che lo ha salutato con un messaggio ufficiale di cordoglio.
Salvezze significative anche con Barletta e Fidelis Andria, confermando la sua capacità di incidere in contesti complicati. Una reputazione costruita su lavoro, rigore e attenzione al gruppo, qualità che lo hanno accompagnato fino alla chiusura della carriera, avvenuta tra Sambenedettese e Treviso.
La carriera di Giorgio Rumignani: dal campo alla panchina
Prima di affermarsi come allenatore, Giorgio Rumignani è stato anche calciatore, nel ruolo di mezzala. Ha vestito, tra le altre, le maglie di Sambenedettese, Cosenza, Siena, Pisa, Arezzo e Savona, chiudendo la carriera con la fascia di capitano e condividendo lo spogliatoio con Marcello Lippi.
Terminata l’attività agonistica, ha intrapreso subito il percorso da tecnico, costruendo una carriera lunga e articolata, con tappe in tutta Italia: da Messina a Palermo, da Piacenza a Reggiana, passando anche per Benevento, Imolese, Foggia e Pisa.
Il suo nome resta legato a un’idea di calcio pragmatica e concreta, fatta di gestione dell’uomo prima ancora che del sistema di gioco, una filosofia che ha lasciato tracce anche nel suo passaggio a Monza.



