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Un'emozionante Juventus-Monza

Ho voluto aspettare.
Prima di mettermi a scrivere questo articolo, intendo.
Non amo cavalcare l'onda staccando i piedi da terra e pensando a chissà quali voli pindarici. E dopo una partita come quella di Torino, definita emozionante dal nostro mister, è molto facile farsi prendere dall'entusiasmo e porsi obiettivi diversi da quelli stagionali. Ecco, sì, gli obiettivi stagionali. Dai, sono certo che anche tu ti ricordi cosa pensavi ad inizio anno. Chi non l'ha pensato, forse, è solo perchè non ha vissuto millemila atroci delusioni nei decenni passati.
"Se ci salviamo va bene, se non ci salviamo va bene uguale!" Ed invece Galliani ci ha visto ancora lungo. Certo, si è nascosto dietro "è un obiettivo aziendale che ci dobbiamo porre" ma alla fine, in cuor suo, sapeva di dover lavorare per quello. Non so se lo raggiungeremo, non facciamoci prendere dalla foga del momento, ma per ora siam lì.

Ma voi volete sapere della trasferta. Torino. Bellissima città che non sono mai riuscito ad apprezzare fino in fondo. Non ho un'idea precisa della città di Torino perchè non riesco a capire se sia più una città altezzosa o più timida.
Rimane il fatto che mi da l'impressione di essere quella città che non vuole farsi conoscere. Schiva. Lo stesso simbolo della città, la Mole, svetta imponente sopra il cielo e la si ammira da varie vie e quartieri ma quando arrivi all'ingresso se non fosse che devi alzare lo sguardo per vederne la cima sembra un palazzotto immerso in altri palazzotti.
Eppure, ogni volta che arrivo in città passando da piazza Castello mi rendo conto che la città è viva, accogliente, persino quasi simpatica. Questa volta la simpatia è forse dovuta al fatto che ho incontrato tante sciarpe biancorosse.
Si è pure accenntato a qualche coro, quasi un saluto per riconoscersi. E' anche probabile che questa visione felice ed allegra sia inficiata da qualche birra in più bevuta di buon mattino durante il viaggio o dalla compagnia di altri tre astemi (soprattutto il batterista) con i quali ho condiviso il viaggio e l'attraversamento dei vicoli torinesi.

Tra l'altro, divagando, devo dirvi che abbiamo pranzato in un hamburgheria. Sì, vabbè, vai a Torino e vai a mangiare un hamburgher? Considerate che durante la maggior parte delle mie trasferte si finisce al fast food con "i ponti d'oro" (non facciamo pubblicità!) quindi il livello standard potete capire quale sia. Questa volta, più per fortuna che per caso, incontriamo questo posticino piccolo, carino e nascosto, come tutto il resto di Torino, ma che si rivela una scoperta eccezionale.
Innanzitutto la qualità della birra decisamente sopra la media (ed ho una certa competenza in materia, fidatevi...). Simpatico locale perchè ci hanno accolti in maniera allegra ed anche perchè quando ordiniamo tre litri di birra (embè, in omaggio c'erano gli anelli di cipolla!) la cameriera si è stupita e mettendosi quasi a ridere:"Ma davvero tre litri?". Forse perchè ci riteneva già abbastanza alticci? Naaa, ci ha svelato poi che in pochi ordinano il litro. Torinesi aastemi?
In secondo luogo, la qualità dell'hamburgher di fassona è una cosa che... Indescrivibile. Mi sta venendo fame solo al pensiero. Ohhhh, ma è l'una e venti!!! Al conto scopriamo che uno dei capi è pure juventino. Ma non sono tutti torinisti in città? Comunque sia, nonostante la nomea dei bianconeri, il conto è stato onesto.

Di corsa alla macchina. Di corsa allo stadio. Arriviamo quasi senza intoppi a differenza della coppa Italia. Dovete sapere, infatti, che probabilmente chi ha studiato la cartellonistica dello stadio, ma anche alcune sue strutture, si è ispirato a Dedalo, il famoso costruttore del labirinto di Cnosso. Alla fine, come dei moderni Teseo, arriviamo davanti al cancello del Minot... Ehm, del parcheggio ospiti ma... "Parcheggio ospiti esaurito! Dovete cercare posto qui intorno".
Alla faccia della sicurezza... Attraversiamo il fiume di sciarpe bianconere ed al primo posto libero (che non era un parcheggio) lasciamo il mezzo per andare a piedi all'ingresso ospiti. Non siamo soli, siamo in buona compagnia visto che diversi altri monzesi hanno subito il nostro destino. Organizzazione da Champions.

Da lì in poi cosa volete che vi racconti? Come già detto, ha riassunto tutto in una parola il mister. Emozionante.
Un muro biancorosso che ha sostenuto la squadra dal primo all'ultimo minuto. Anzi, ben oltre l'ultimo minuto tanto che pure la Diletta Leotta, nel dopo partita, ha dovuto tenere alto il tono della voce a causa del bordello che arrivava dal nostro spicchio di stadio quando il resto era già vuoto. Almeno così mi han detto. Potrebbe essere una leggenda metropolitana ma mi piace pensare che sia vera. Io la Leotta non l'ho vista ma tutto il resto è stato davvero... Emozionante!!!

Ho vissuto in pieno il momento tanto che la partita, in fondo, era davvero il contorno. Il piatto principale (vi ho già detto che il pensiero dell'hamburger mi ha messo appetito?) eravamo noi ed un Monza che ribatteva colpo su colpo alla squadra più titolata d'Italia. Noi mille e undici. Nessuno che si è tirato indietro un secondo. Nè in campo nè fuori.

Potrei anche farvi una disamina della partita dal mio punto di vista ma avete già letto di tutto e di più quindi sarei ripetitivo. Facciamo un sunto veloce? Qualcuno in campo correva dietro ad un pallone. Segnava pure un paio di reti annichilendo una difesa allo sbando. Un po' di sofferenza sportiva, ma ci sta. Aggiungiamoci anche qualche volo, questa volta non pindarico, per tenere la porta inviolata. Poco più, poco meno. Ma in curva c'era la consapevolezza che nessun tipo di risultato avrebbe potuto interrompere quella magia che aleggiava nell'aria. Non capitò in coppa Italia, non è capitato domenica.

Visto che non ho motivi validi per scrivere alcunchè sulla partita (quando si vince in questo modo hanno tutti ragione e la mia opinione poco cambierebbe) voglio invece chiudere parlandovi di quello che mi è accaduto nei giorni successivi. E che azzz interessa a noi? Beh, non so, ma forse sì. Tanto la maggior parte di voi ha smesso di leggere almeno una decina di righe fa. Dunque, dovete sapere che in televisione e radio seguo spesso le trasmissioni sportive (quando figlie e moglie me lo permettono...) e c'è un qualcosa che sto notando da inizio stagione ma che in questa settimana mi ha fatto inc... Ehm, siamo in fascia protetta? Ok, leggono anche minorenni quindi... Diciamo che mi ha fatto alterare. Si sono passate ore e ore e ore e ore a parlare della crisi della Juventus, della brutta partita che ha disputato, delle rotture di balle relative a tribunali, decisioni extra-sportive, bilanci e quant'altro dando merito ad un grande Monza solo in qualche veloce e poco convinto commento. Come se quella partita l'avesse persa la Juve invece che averla vinta il Monza. Ma come per il Monza anche il derelitto Sassuolo. Ha annichilito il Milan e... Ehhh, ma il Milan è in crisi. Ci sta tutto, intendiamoci, ma l'incapacità di riconoscere il merito di una squadra che sta facendo faville è il cancro di una realtà che si continua ad aggrappare e a favorire mediaticamente quelle poche squadre che sono simbolo della decadenza calcistica italica.

Ma io non sono nessuno per accendere polemiche, soprattutto a certi livelli ed alla fine, tornando nei miei ranghi, l'arrabbiatura la faccio passare semplicemente avendo negli occhi quello che ho visto domenica a Torino... Un Monza di cui ci si può solo che innamorare. Non che la cameriera fosse brutta...

Tu chiamale se vuoi, emozioni...

Cioci_BG