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Alla fine dell’imbarazzante primo tempo della gara di Avellino ho capito quale sarebbe stato il momento decisivo del match: l’intervallo. Lo dico chiaramente, senza poter essere accusato di sfruttare il famoso “senno di poi”, perché ho avuto la fortuna di rendere pubblico il mio punto di vista dopo i primi 45’.

Avellino - Monza e quei cambi arrivati tardi…

Se al termine di una prima frazione di gara così negativa un tecnico come Paolo Bianco non comprende che c’è da sistemare qualcosa nello schieramento tattico e negli uomini, diventa logico e consequenziale che le possibilità di rimontare lo svantaggio siano ridotte ai minimi termini. E, peggio ancora, diventa difficile intravedere un futuro positivo per una squadra che, per una serie di ragioni, è considerata tra le favorite per la promozione alla massima categoria.

Vero è che Avellino è storicamente un campo difficile per i biancorossi. Altrettanto vero è che al Partenio Lombardi si tornava a giocare una gara del campionato cadetto dopo diversi anni, per cui era scontato che l’entusiasmo sarebbe stato alle stelle. Tutto vero e prevedibile. 

Ad Avellino ci aspettavamo un Monza diverso 

Proprio per questo mi aspettavo un atteggiamento ben diverso nell’approccio del match da parte del Monza e del suo allenatore. Invece, ci siamo ritrovati di fronte ad una debacle importante, davanti ad una formazione locale di livello tecnico modesto che ha però affrontato la partita con un atteggiamento opposto a quello dei biancorossi. 

Grinta, determinazione, spirito di sacrificio, ecco le qualità che, soprattutto in Serie B, fanno la differenza. In Irpinia il Monza ha mostrato di poter schierare tante belle “figurine”, con cui non si vince niente se non ci sono impegno, dedizione e una guida che comprenda quando e come intervenire.

Questa è la dura e cruda realtà. Paradossale che si sia manifestata nel primo incontro successivo all’aver realizzato che tutti i big che si temeva potessero essere ceduti a squadre di categoria superiore sono rimasti in biancorosso. Con la conseguenza che il Monza, da una delle squadre favorite per la Serie A, è diventata la fuoriserie del torneo, la formazione da battere. Cosa riuscita subito ad un Avellino che è sembrato la squadra più scadente tra le tre finora affrontate in questo avvio di campionato. Gli irpini, una “Panda” con le ruote ben gonfie ed il motore a mille, hanno fatto molto meglio della “Ferrari” brianzola, ritrovatasi con gomme a terra e motore al minimo.

Monza, ora come si riparte? 

monza contestato

Per fortuna, il cammino è lungo e c’è tutto il tempo per rimettersi in carreggiata. Ma occorre farlo subito, ritrovando per prima cosa quella testa che mi pare sia clamorosamente mancata ad Avellino. Da questo punto di vista, il tonfo può essere salutare. 

Nella speranza che, oltre all’adattamento mentale alla Serie B, si recuperino quei giocatori venuti meno all’ultimissimo momento per sindromi influenzali o guai muscolari. Lourdes è lontana, ma il santuario di Caravaggio non è così distante ed una capatina in settimana potrebbe essere utile… Paolo Corbetta