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La figura del technical coach nel calcio giovanile sta assumendo sempre più rilevanza e peso da alcuni anni. Una mansione specifica, meramente tecnica e volta ad accrescere la performance individuale dei ragazzi su vari parametri. Un rappresentante emblematico è ineluttabilmente Gianluca Polistina, technical coach della Sampdoria a partire dalla stagione in corso. Polistina è stato allenatore apprezzato anche in Brianza, a cavallo della seconda metà degli anni '90 e i primi anni del nuovi millennio figurava infatti nell'organigramma delle giovanili del Monza; un docente, stimato da molteplici suoi ex allievi (ad esempio l'interista Bastoni), che palesa doti importanti da leader e pratica il mestiere con entusiasmo, passione e competenze.

Alcuni dei suoi concetti chiave: "l'aspetto tecnico non è solo condizionato per la tecnica individuale, ma per le capacità coordinative e condizionali", "più migliora il singolo calciatore, più si alza l'asticella e il livello qualitativo della squadra", "il primo controllo è fondamentale, l'aspetto tecnico aiuta anche quello tattico, se si sbaglia il primo controllo si prende gol, non si fa gol, si va in contrasto", "il lavoro è basato sul noi, non sull'io".

In Liguria Polistina supervisiona e cura i teen delle squadre dall'Under 15 alla Primavera blucerchiata, ha il compito di individuare le carenze dei giovani atleti nel singolo e migliorarne nello stesso tempo le attitudini per giungere al percorso finale, la categoria principe giovanile. In stretta collaborazione con i vari staff sampdoriani esercita singoli gruppi in base alla seduta tecnica specifica da attuare, approfondendo i vari parametri: la trasmissione, il dominio, il controllo, la conclusione, la tecnica individuale, il cross.

Un personaggio di notevolissimo pedigree, che alberga e lascia la sua impronta da varie generazioni calcistiche, potendo constatare le differenti sfaccettature e gli inevitabili mutamenti pallonari; un calcio che è diventato, rispetto al passato, più veloce, fisico e intenso. Ma la parola chiave per Polistina è sempre la stessa, la tecnica che deve prevalere e da cui parte tutto. Peculiarità che ha appreso dal brianzolo Mino Favini all'Atalanta, vate dello scouting italiano e non solo. Nel suo iter tanti sodalizi di notevole caratura giovanile: Atalanta, Como, Monza, Milan, Sampdoria e l'apprezzamento (tuttora) di tanti addetti ai lavori.