Allarme ISIS in Lombardia, arrestato un terrorista in erba: la situazione
Indagine Digos scopre propaganda e guide per bombe

L’operazione è scaturita da segnalazioni che indicavano il ventenne come amministratore di un canale di propaganda jihadista su una piattaforma social. Attraverso questa chat, il giovane avrebbe intrattenuto contatti con individui affiliati al sedicente Stato Islamico, condividendo e acquisendo materiale compromettente. Gli investigatori della sezione antiterrorismo internazionale della Digos di Milano, in collaborazione con la questura di Lecco e la direzione centrale della polizia di prevenzione, hanno monitorato le sue attività online, scoprendo che il suo smartphone conteneva documenti e video che suggerivano un possibile passaggio all’azione. La sinergia con l’agenzia di sicurezza esterna ha permesso di ricostruire il profilo del sospettato, evidenziando il rischio di una sua “imminente attivazione”.
Manuali e contenuti per atti terroristici
Nel corso delle perquisizioni, gli inquirenti hanno sequestrato due manuali in lingua araba, marchiati con il logo della “fondazione Al-Saqari per le Scienze Militari”, che contenevano istruzioni dettagliate per l’uso di telefoni cellulari come detonatori, la produzione di ordigni esplosivi artigianali e la sintesi di sostanze venefiche. Sono stati rinvenuti anche video di propaganda dell’Isis, documenti testuali e guide operative per il combattimento, l’addestramento militare e la fabbricazione di armi chimiche. Altri materiali includevano indicazioni per l’uso sicuro delle piattaforme social, tecniche di anonimizzazione online e consigli per proteggere la privacy digitale, tutti elementi volti a supportare attività terroristiche clandestine.
L’accusa e il trasferimento in carcere

Il giovane è stato accusato ai sensi dell’articolo 270 quinquies tre del codice penale, una norma introdotta con il recente “pacchetto sicurezza” che punisce la detenzione di materiale con finalità di terrorismo. La gravità dei reperti, unita alla natura dei suoi contatti online, ha portato alla decisione del gip di convalidare l’arresto e disporre la custodia cautelare. Ora il ventenne si trova nella casa circondariale di Lecco, in attesa degli sviluppi giudiziari. L’operazione rappresenta un esempio dell’attenzione delle forze dell’ordine nel contrastare la radicalizzazione online e prevenire potenziali minacce.
Un caso che sottolinea l’importanza della vigilanza
L’arresto del giovane studente evidenzia il ruolo cruciale delle indagini digitali nel contrasto al terrorismo in Lombardia. La capacità di intercettare segnali di radicalizzazione su piattaforme social e di agire tempestivamente ha permesso di neutralizzare un potenziale pericolo. Le autorità hanno sottolineato come la collaborazione tra diverse forze di polizia e l’uso di tecnologie avanzate siano stati fondamentali per individuare il materiale e ricostruire le intenzioni del sospettato. Il caso di Lecco invita a riflettere sull’importanza di monitorare i canali di propaganda online, che continuano a rappresentare una sfida per la sicurezza nazionale.