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Chiarisco subito, perché vorrei che il concetto fosse chiaro e limpido. L’esonero di Stroppa ci sta tutto, fa parte delle regole del mondo del pallone. Quando una squadra fa un punto in sei gare e mostra evidenti difficoltà, il tecnico è il primo a pagare le conseguenze. A prescindere che l’organico a disposizione sia incompleto o male assortito e a prescindere se tali lacune derivino da scelte dell’allenatore o societarie. Quel che faccio fatica a comprendere, anzi, che mi risulta del tutto incomprensibile, è il tempismo di questa scelta che proviene dal vertice societario. E quando dico vertice, c’è un solo nome e cognome: Silvio Berlusconi. Perché sono convinto, fortemente convinto, che in cuor suo Adriano Galliani non abbia condiviso questa scelta. Ma, come si sa ed è più che comprensibile, ubi maior minor cessat. Con l’intervista rilasciata ieri a RTL, Berlusconi è entrato a gamba tesa su Stroppa, sulla squadra e su Galliani stesso. La decisione era nell’aria, perché mi domando con quale spirito e credibilità l’ormai non più tecnico del Monza si sarebbe potuto presentare ai suoi giocatori dopo l’esternazione del patron di Arcore. E mi domando con quale spirito e credibilità Galliani avrebbe potuto essere al fianco della squadra e di Stroppa dopo le parole decisamente non concilianti (“Dovrò intervenire io, come fatto in passato…”) del n. 1 societario. Il tempismo, dicevo…Il tackle di Berlusconi è arrivato il giorno dopo la conquista del primo storico punto in Serie A della società biancorossa. Ed è arrivato alla viglia della gara con la Juventus, che precede una sosta di due settimane che, eventualmente, avrebbe potuto consentire un miglior avvicendamento in panchina. La squadra è stata affidata all’allenatore della Primavera Raffaelle Palladino. Una scelta che potrebbe essere definitiva? Sì, sicuramente. Per almeno due ragioni. La prima è che Palladino è un tecnico valido, che ha già dimostrato tutta la sua capacità. La seconda ragione, garantisco che la mia non vuole essere una battuta, è che non sarà facile trovare un tecnico di nome e di esperienza che accetti di allenare un Monza di cui sarà costretto a condividere modulo, schemi e formazioni con Berlusconi. Non posso concludere il mio “punto” senza rendere omaggio pubblicamente a Giovanni Stroppa. L’allenatore che ha portato il Monza a centrare la sua prima storica promozione in Serie A. Un tecnico che ha sempre sostenuto con molta coerenza le sue convinzioni, giuste o sbagliate che fossero nel giudizio altrui. E, a mio avviso, prima che un tecnico valido, un uomo di grande spessore, conosciuto oltre 35 anni fa quando fu uno dei principali protagonisti del primo Monza di Piero Frosio. “Giovanni – gli dissi a fine luglio scorso – sai qual è la spada di Damocle che pende sulla tua testa per l’inizio stagione? Le elezioni del 25 settembre”. Perché nessuno mi farà cambiare idea che, senza quelle, Berlusconi non avrebbe fatto l’esternazione di ieri o, comunque, si sarebbe espresso con parole diverse. “A pensar male si fa peccato – diceva Andreotti, che Berlusconi ha sempre stimato – ma spesso ci si azzecca”. Ciao Giovanni. E in bocca al lupo per il tuo futuro!   Paolo Corbetta