Studentato e verde urbano: una scelta che divide Monza, monta la protesta degli ambientalisti
Il progetto per l’ex caserma IV Novembre avanza, ma il destino del bosco spontaneo accende il confronto tra comitati, Comune e Regione

L’iter per la realizzazione del nuovo studentato nell’area dell’ex caserma IV Novembre è ormai nella sua fase conclusiva. Dopo l’esame delle osservazioni presentate al piano adottato a inizio febbraio, l’amministrazione comunale ha respinto le proposte avanzate dai comitati ambientalisti e ha confermato la volontà di portare avanti il progetto.
Come riportato da il Cittadino di Monza e Brianza, durante la seduta del 10 luglio il consiglio comunale ha bocciato in blocco le osservazioni, aprendo la strada all’approvazione della variante urbanistica necessaria a riconvertire l’area. Il progetto prevede due edifici con oltre 400 posti letto, una palestra, bar, spazi commerciali e fino a 3.000 metri quadri da destinare a un residence per professori e parenti degli studenti. La variante, secondo l’assessore all’Urbanistica Marco Lamperti, rappresenta una risposta “a una esigenza diffusa”, e serve a rispettare l’impegno preso nel luglio 2024 con Regione Lombardia, Agenzia del Demanio e Università Bicocca.
Bosco spontaneo Monza: appello alla Regione e polemiche
Al centro del dibattito resta il bosco spontaneo cresciuto negli ultimi vent’anni sull’area dismessa. L’abbattimento degli alberi ha sollevato dure critiche da parte degli ambientalisti, che hanno scritto alla Regione chiedendo l’inserimento dell’area nella Cartografia forestale regionale e nel Pif Alta Brianza. Nella lettera, supportata da un esperto forestale, si definisce il bosco come “misto, disetaneo, ben strutturato, con copertura delle chiome del 100%”. La risposta della Regione è stata interlocutoria: eventuali formazioni riconosciute come bosco saranno tutelate secondo le norme vigenti.
L’amministrazione comunale, nel frattempo, ha mostrato disponibilità a organizzare un’assemblea pubblica sul progetto, come richiesto dalla Consulta di San Biagio-Cazzaniga. L’assessore Lamperti ha però ribadito che “quella è un’area urbanizzata, non boscata” e che in futuro lì sorgerà anche una fermata della metropolitana, come stabilito da un provvedimento regionale del 2024. Per quanto riguarda gli interventi di compensazione ambientale, la giunta si è detta pronta a proporre aree all’interno della città, ma la decisione finale spetterà alla Regione e all’Agenzia del Demanio.

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