x

x

raffaele palladino
raffaele palladino

Se per un attimo chiudo gli occhi, immagino il GIOVANE Palladino ad Arcore durante l’incontro con il Presidente Berlusconi, immagino un uomo al cospetto di un presidente, pardon IL presidente, quello più vincente, quello che ha compiuto il miracolo Monza, quello che ha creduto in una piazza, in una storia, in un ideale….e lo immagino emozionato ma curioso, sicuro ma non spavaldo, immagino un allenatore del settore giovanile a cui Silvio Berlusconi sta per affidare la storia  del Monza nel suo primo anno in serie A. Non ce lo dirà mai, ma magari per un attimo a Palladino sono tremate le gambe quella sera, le stesse con cui ha corso chilometri, le stesse che in quel preciso momento stavano iniziando a percorrere un nuovo tragitto, non più in mezzo al campo ma nella piccola aerea dedicata agli allenatori. Il palcoscenico è lo stesso, ma la serie A vista e vissuta da bordocampo è sicuramente più impegnativa, più difficile, più stimolante. 

Dopo quella sera probabilmente la vita di Palladino è cambiata, non più allenatore del settore giovanile con il sogno e la caparbietà di approdare nella massima competizione italiana, ma tecnico preparato che ha saputo costruire una realtà tangibile, concreta e intensa che l’ha portato a vincere il Premio come MIGLIOR GIOVANE ALLENATORE DELLA STAGIONE 2022/2023. Il suo Monza, ha fatto appassionare non solo i tifosi biancorossi ma anche gli amanti del bel calcio e delle favole moderne, un progetto costruito a regola d’arte incentrato su giovani talenti, veterani vincenti e con la bandiera italiana che orgogliosa sventola in mezzo al campo per ribadire che il calcio nostrano può continuare a crescere e ad emozionare. Ed è proprio per questo che il Monza ha vinto il premio come “Miglior Club per aver giocato con più italiani”.

Nel bene e nel male l’allenatore è il condottiero della propria squadra, il primo a soccombere se la squadra va male, l’ultimo probabilmente a prendere la scena e i riflettori se va bene, perché è giusto così, perché quando un bambino sogna di diventare un calciatore è perché vede 11 ragazzi correre e lottare in un rettangolo verde che porta al trionfo, si dimentica spesso però  che per diventare dei grandi professionisti, la figura del mister è fondamentale, è colui che ti riprende, ti coccola, ti sgrida, ti elogia, è qualcuno che ti dice quello che non vuoi sentire, ti fa vedere quello che non vuoi vedere, in modo che tu possa essere quello che hai sempre saputo di poter diventare. E forse Raffaele Palladino deve molto agli allenatori che ha avuto durante il suo percorso da calciatore, gli stessi che probabilmente l’hanno portato ad essere quello che è oggi, con le idee, gli insegnamenti, i concetti e tutto ciò che concerne questo difficile ma meraviglioso ruolo. Per lui, ci sono ancora tante pagine da scrivere prima di diventare un mentore del calcio, ma se la strada tracciata è questa siamo sicuri che un giorno sarà lui d’esempio, sarà lui ad istruire e ad indirizzare nuovi giovani tecnici, che potranno rivivere la sua stessa magia, come quella sera ad Arcore…