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Si dice che la notte porti consiglio. Lo confermo. A botta meno calda la scoppola di Napoli assume contorni diversi e mi riesce più facile far prevalere la “testa” sulla “pancia”, la ragione sulla passione da tifoso. Non a tutti riesce, il che ci può stare. https://www.youtube.com/watch?v=tco2Q4dKPCA&t=4s Quel che non ci può stare è constatare la gran quantità di pseudo tifosi del Monza, pronti ad abbandonare il carro biancorosso dopo due gare di campionato perse con squadre fisicamente e tecnicamente superiori e a sparare a zero su tutto e tutti, incluso il tecnico che al primo tentativo ha portato in serie A il Monza per la prima volta in 110 anni di storia. Mah…Io continuo a cercare di vedere le cose con i piedi a terra. E non mi riferisco solo al traguardo finale (che non può essere che la salvezza, come ho sempre sottolineato), ma anche e soprattutto ad un maggior equilibrio e alla necessità di avere i nervi un po’ più saldi. Non vorrei sembrare quello che tenta di nascondere la polvere sotto il tappeto per dare la sensazione di pulito. I problemi ci sono, eccome. E sono tanti. Ma occorre partire dalla considerazione che non era certo la gara di Napoli quella idonea per riscattare la sconfitta interna col Torino. La squadra di Spalletti è una macchina già ben oliata e sarà una minaccia costante per le ambizioni scudetto delle milanesi e della Juventus. La fortuna non ha certo dato una mano a questo inizio stagionale biancorosso. Gli infortuni di Pessina e Sensi hanno privato il Monza di pedine fondamentali nelle trame di gioco di Stroppa. In più, a Napoli sono venuti a mancare contemporaneamente Carlos, Mota e Pablo Marì. Sia chiaro: nessuna giustificazione, ma una doverosa considerazione. Entrando in un’analisi più tecnica, è necessario sottolineare che in entrambe le gare con Torino e Napoli il Monza ha palesato qualche limite caratteriale, di approccio mentale. Forse si paga lo scotto del salto di categoria, ma temo che siano necessarie aggressività e cattiveria che devono caratterizzare l’atteggiamento di una neopromossa. C’è molto da lavorare per Stroppa per assemblare al meglio una squadra che è molto cambiata rispetto alla scorsa stagione e che ha bisogno di tempo per assimilare un gioco fatto di movimenti, inserimenti e sovrapposizioni. Una squadra che deve ancora essere migliorata in qualche reparto. Manca ad esempio un centrocampista di gran fisicità, di quelli che sanno “far legna” e ribaltare l’azione. Adriano Galliani ricorderà che negli anni Ottanta una delle carte vincenti del Monza di Guido Mazzetti era Giorgio Papais. Ecco, al Monza di oggi manca soprattutto un giocatore così. E non solo. Altri reparti vanno completati. Sono certo che si possa rimediare presto a queste mancanze, tralasciando obiettivi o presunti tali (Icardi) che personalmente non reputo idonei nel contesto biancorosso. Il Monza ha perso due gare con squadre più forti, con squadre che non sono avversarie dirette nella corsa verso la salvezza. In sostanza, non abbiamo concesso punti a chi lotterà come noi per restare in serie A. Ripartiamo da qui, consapevoli che col lavoro arriveranno anche i risultati.  Paolo Corbetta

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