L'asilo? Meglio nel bosco: i 5 modi in cui la Brianza sta riscoprendo l'educazione in natura
Il caso di Palmoli accende i riflettori sull'educazione nella natura. Dalle esperienze bilingue ai progetti cooperativi: come funziona dalle parti di Monza
Negli ultimi anni cresce l'interesse verso percorsi educativi che riportano i bambini a contatto diretto con l'ambiente: non si tratta solo di nostalgia romantica, ma di risposte pratiche a bisogni reali — movimento quotidiano, esplorazione autonoma, gestione del rischio e apprendimento esperienziale. Molte famiglie cercano soluzioni alternative alla scuola tradizionale, con proposte che vanno dall'homeschooling strutturato a esperienze collettive e quotidiane all'aperto. In contesti urbani e periurbani ricchi di verde, come la Brianza, questi modelli trovano terreno favorevole e si declinano in iniziative locali accessibili.

Asili nel bosco e educazione in natura: il quadro nazionale e il caso Abruzzo
Il dibattito sull'educazione in natura è tornato al centro dell'attenzione dopo il provvedimento del Tribunale per i minorenni relativo a una famiglia che viveva in un casale isolato a Palmoli (Abruzzo): i bambini sono stati temporaneamente allontanati per valutazioni sul benessere e le condizioni igienico-sanitarie. Questo episodio ha riaperto la discussione pubblica su homeschooling e responsabilità genitoriali.
A livello nazionale, esistono esperienze molto diverse: da ecovillaggi dove la vita famigliare e l'homeschooling sono parte di uno stile di vita quasi autosufficiente, fino a progetti didattici regolamentati che si ispirano ai modelli scandinavi dei forest kindergarten. Un esempio di ecovillaggio citato in stampa è Alpe Pianello, dove la scelta della vita in natura si accompagna a forme di educazione alternative.
Asili nel bosco in Brianza: progetti, offerte e realtà locali
Nella Brianza, territorio con ampie aree verdi come il Parco di Monza, stanno nascendo proposte che rendono l'educazione in natura più vicina alle famiglie: non si tratta di isolamento ma di integrazione tra vita urbana e percorsi all'aperto. Tra le iniziative documentate: il progetto Samara promosso da Casa Pedagogica nel Parco di Villa Dho a Seveso (proposte per 3-6 anni con immersione libera in natura). L'approccio vede il bosco come un contesto naturale per l'apprendimento, dove i piccoli affrontano limiti e risorse personali, supportati da una rete di famiglie che condividono risorse e discussioni educative. Non ci sono routine rigide, ma enfasi su avventura e scoperta in ogni stagione.
A Usmate Velate è approdato il progetto Hello Baby nel Bosco, una proposta bilingue (italiano-inglese) con orari flessibili, laboratori e spazi all'aperto per i più piccol, tra cui un orto didattico, un labirinto di tronchi e una tenda nel bosco, con attività che favoriscono l'esplorazione autonoma, il confronto con il rischio e laboratori di falegnameria, cucina e arte. Le famiglie sono coinvolte attivamente con cerchi di dialogo e gite in fattoria.
Il Bosco dei Ghignarelli al Centro Equestre del Guidino (Besana in Brianza) è un'altra esperienza consolidata: attività ispirate ai Forest Kindergarten, introduzione alla lingua inglese attraverso il gioco, e servizi pensati per le famiglie (navetta, attività annuale). La giornata include circle-time per condividere emozioni, esplorazioni naturali, pranzo e relax pomeridiano, con enfasi su rispetto dei ritmi individuali e riconnessione con le radici contadine.
Percorsi sociali e inclusione: educazione in natura e welfare territoriale
Non solo asili privati: progetti attivati da cooperative e fondazioni puntano sull'educazione in natura per percorsi di inclusione. Il progetto “Io.. nel Bosco” promosso dalla Fondazione Monza e Brianza offre itinerari esperienziali e laboratori di land art per gruppi fragili, dimostrando come il bosco possa essere risorsa educativa e terapeutica. Coinvolge corpo, pensiero ed emozioni, con supporto di professionisti, e include un'aula didattica a Cascina Rapello per laboratori.
Sul fronte scientifico e istituzionale, sperimentazioni legate ai forest kindergarten e collaborazioni con enti come CREA documentano pratiche educative all'aperto già avviate in alcune amministrazioni italiane, offrendo modelli e linee guida utili per chi vuole avviare progetti certificati.
Cosa controllare prima di aderire: qualità, regole e sicurezza
Chi sceglie un percorso di asilo nel bosco o educazione in natura dovrebbe verificare:
- la formazione degli operatori e la presenza di protocolli di sicurezza;
- la struttura giuridica (se è servizio educativo riconosciuto o attività privata/associativa);
- la relazione con famiglie e territorio (rete di supporto, orari, servizi accessori).
Le esperienze brianzole sopra citate mostrano approcci diversi — dal privato associativo al servizio cooperativo — tutti documentati dalle rispettive realtà e utili come punto di partenza per confronto.
Conclusione: tra curiosità e responsabilità istituzionale
La diffusione degli asili nel bosco in Brianza evidenzia un trend che coniuga benessere infantile, sostenibilità e nuove pratiche educative. Tuttavia, il caso nazionale del Palmoli ricorda che la libertà educativa convive con doveri di tutela: il confronto tra famiglie, operatori e istituzioni locali è fondamentale per costruire servizi sicuri, inclusivi e documentati.



