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Siamo giunti all'ultimo atto di una stagione indimenticabile. Il Monza ha raggiunto la salvezza matematica con ben 6 giornate di anticipo e ora può giocare per finire il campionato nella top ten. Raffaele Palladino ha svoltato letteralmente la stagione biancorossa portando serenità e dando un'identità precisa alla squadra che poi ci ha messo del suo con voglia e costanza di rendimento. Iniziata con il primo successo in Serie A del Monza contro la Juventus, il cammino brianzolo sotto la guida di Palladino ha visto successi storici come quello di San Siro contro l'Inter, di Torino contro la Juve e quello casalingo contro il Napoli. Oltre alla clamorosa rimonta contro la Fiorentina da 0-2 a 3-2 e il pareggio al 99esimo minuto contro la Sampdoria. Insomma, una stagione che porta in dote il marchio chiaro e indissolubile di un mister che ha saputo cambiare rotta ad una squadra in piena crisi e in questo articolo vi vogliamo proporre il duello proprio tra Palladino e uno dei suoi maestri, Gasperini.

Il mister biancorosso ha sempre dichiarato di ispirarsi molto a Gasperini e per quello che abbiamo visto in questo campionato che sta ormai giungendo al termine possiamo dire che si vedono tantissime similitudini. Quella che salta maggiormente agli occhi degli appassionati è sicuramente quella che riguarda gli esterni di centrocampo. Gosens e Hateboer hanno fatto la fortuna dei nerazzurri per anni e oggi al Monza vediamo Carlos Augusto e Ciurria interpretare in maniera molto simile il ruolo. Giocando a tutta fascia serve essere efficienti in entrambe le fasi e quindi bisogna sempre essere pronti fisicamente. Carlos e Patrick si esaltano in campo aperto ma sanno anche entrare verso il centro del campo sfruttando la loro intelligenza tattica e le loro proprietà tecniche. Molto spesso li vediamo andare sul fondo e in quel caso l'esterno opposto si fa sempre trovare pronto nei pressi dell'area di rigore. Uno stile di gioco molto riconoscibile ma anche difficile da contrastare perché se i movimenti sono fatti con tempismo e i compagni si muovono all'unisono le azioni offensive diventano fluide e veloci.

Un'altra similitudine è quella che riguarda i braccetti di difesa. Con la retroguardia schierata a 3 elementi i due giocatori più laterali hanno molta libertà di avanzare cercando di creare superiorità numerica nella metà campo avversaria. Nell'Atalanta di Gasperini c'è Toloi che ormai è un maestro in questo tipo di gioco. Nel Monza abbiamo visto sia Caldirola che Izzo provare a dare manforte alle manovre d'attacco con avanzate coraggiose e studiate in allenamento.

Anche il fatto di vedere due trequartisti dietro la punta centrale si avvicina molto ad un tridente offensivo tipo di Gasperini. Nella Dea abbiamo visto per molto tempo due giocatori molto tecnici come Ilicic e Gomez giocare alle spalle di Zapata e nei biancorossi possiamo mettere Caprari e Dany Mota al posto dei primi due e Petagna al posto dell'attaccante colombiano. Certo, Palladino ha anche cercato di trovare soluzioni diverse durante la stagione come ad esempio schierare Dany Mota da prima punta in modo da avere un gioco più verticale e meno di sponda ma l'impronta rimane sempre molto fedele al credo tattico del Gasp.

Il campionato del Monza si chiude dunque contro un'allenatore che ha ispirato e continua ad ispirare Raffaele Palladino e questo non può che creare molto ottimismo per il futuro visti i risultati che ha raggiunto l'Atalanta negli ultimi anni.