Mostro nei laghi briantei: il siluro gigante avanza e minaccia il Lambro
Il pesce siluro invade Lambro e laghi briantei: tonnellate di esemplari rimossi dal Parco Valle del Lambro. Barbo, cavedano e tinca tornano a ripopolarsi.
Lungo il fiume Lambro e sulle sponde dei laghi di Alserio e Pusiano è in corso una delle battaglie ecologiche più importanti degli ultimi anni. A minacciare la biodiversità locale è il pesce siluro (Silurus glanis), il più grande predatore d’acqua dolce d’Europa, una specie alloctona che negli ultimi vent’anni ha colonizzato stabilmente gli ambienti del Parco Valle del Lambro.
Un’invasione silenziosa ma devastante, che il Parco contrasta da oltre un decennio con una strategia di contenimento rigorosa, strutturata e oggi finalmente in grado di produrre risultati concreti.
Un predatore da tre metri che ha cambiato gli equilibri del fiume
Dai primi anni Duemila il siluro – capace di superare i tre metri di lunghezza e i 150 kg di peso – si è imposto come superpredatore in ecosistemi privi di antagonisti naturali.
Il suo impatto è stato immediato: la scomparsa progressiva di numerose specie autoctone e un impoverimento generale della fauna ittica paragonabile agli effetti di inquinamento e alterazioni ambientali.
La strategia scientifica del Parco Valle del Lambro

Già dal 2012 l’Ente Parco ha avviato monitoraggi intensivi, affiancato dagli ittiologi del Centro Studi Biologia Ambiente e del Centro Tecnico Naturalistico (CTN).
Gli studi hanno portato alla definizione di due protocolli operativi specifici, uno per le acque correnti e uno per i laghi briantei, testati e perfezionati tra il 2018 e il 2022.
«Nel Parco Regionale della Valle del Lambro è attiva una strategia efficace per evitare che la popolazione di pesce siluro possa espandersi oltre il punto limite», spiega l’ittiologo Alessandro Marieni, sottolineando il ruolo centrale della conservazione della biodiversità acquatica.
I numeri del contenimento: tonnellate di siluri rimossi
I dati degli ultimi anni certificano l’efficacia dell’intervento:
Fiume Lambro
Nel solo tratto tra Merone e Inverigo, dal 2018 ad oggi sono stati rimossi 693 siluri.
Le operazioni coprono l’intero asse fluviale dal Lago di Pusiano alla vasca di laminazione di Fornacette.
Lago di Alserio
Tra ottobre 2024 e ottobre 2025 sono stati catturati 64 esemplari, per un totale di 768 kg.
Tra questi spicca un maschio record: 208 cm per 68 kg, catturato il 21 ottobre 2025.
Durante la stagione riproduttiva (aprile–maggio 2025) sono stati rimossi 29 esemplari direttamente dai siti di deposizione delle uova, per 520 kg di biomassa.
Lago di Pusiano
Dal 2016 Egirent Services, titolare dei diritti di pesca, ha internalizzato l’attività di controllo:
sono stati rimossi 538 siluri, per un peso complessivo di 6,8 tonnellate.
Dove cala il siluro, tornano barbo, cavedano e tinca
La buona notizia arriva dai monitoraggi più recenti: nelle aree dove il siluro è stato contenuto, le specie autoctone stanno tornando a prosperare.
Barbo, cavedano, tinca — simboli storici del Lambro e dei laghi briantei — mostrano segnali chiari di recupero.
Un ritorno alla vita che conferma la validità delle operazioni di contenimento.
“Una strategia indispensabile”: la posizione del Parco
«Il Parco conferma il proprio impegno nel contrasto al pesce siluro», dichiara Marco Ciceri, presidente del Parco Regionale della Valle del Lambro.
Un impegno reso possibile anche dal sostegno di Regione Lombardia, che ha inserito questa attività tra gli strumenti ordinari di gestione dell’area protetta.
Una strategia stabile, sostenibile e ormai fondamentale per difendere la biodiversità dei laghi e dei corsi d’acqua briantei.



