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Nel 1970 sulle pagine de Il Giorno il sommo Gianni Brera, poeta-ideatore della linguistica applicata al calcio, scriveva che “la tecnica e la tattica sono astrazioni crudeli. Il gioco vi si svolge secondo meno vigili istinti”. 
Un concetto condivisibile, che scioglie il rigido dogma della strategia a favore del temperamento, dell’indole, dell’estemporaneità. In un’intervista al Corriere dello Sport nel 2015, Maurizio Sarri sottolineava la caduta di quel un muro ideologico che tanto lo aveva influenzato agli albori della sua carriera: “Prima ero più rigido, più portato a pensare che la tattica fosse un valore assoluto. Ora so che il bambino che c'è in ogni giocatore non va mai spento. Non va mai represso l'aspetto ludico, quello per il quale il calcio si chiama, appunto, gioco del calcio. Quando un giocatore si diverte rende il doppio, ed è uno spettacolo meraviglioso”.

Il calcio è divertimento

Tattica-risultato, gioco-divertimento: è l’eterna dicotomia del pallone, fazioni che sposano la vittoria ad ogni costo, seppur annebbiando l’estetica a protezione della sostanza, e altre che esplorano l’anima più pura dello sport, quella del divertimento miscelato allo spettacolo. 

Nell’ultima schiera si posiziona l’allenatore dell’Atalanta Gian Piero Gasperini, il cui intento, da sempre, “non è quello di stressare i giocatori, ma farli divertire. Faticano, ma nella fatica si esaltano”. Denominatore comune anche di Thiago Motta e Raffaele Palladino (fra i trainer migliori del campionato insieme a Dionisi), che Gasperini lo hanno avuto come “maestro”, iniziatore di una scuola di pensiero che negli anni ha rintracciato sostenitori e seguaci. 

L'allenatore biancorosso Raffale Palladino durante Monza Bologna

Gioco evoluto e al passo coi tempi

Adattamento e adattabilità: il calcio è un fenomeno darwiniano, condensa una moltitudine di variabili e si adegua al contesto per sopravvivere. In questa direzione si stanziano le dottrine di Motta e Palladino, due tecnici che studiano e si aggiornano per restituire alle proprie squadre una proposta sostenibile ed organizzata. Una proposta che trascende i moduli e fa leva sull’interpretazione, meccanismo che si basa sull’efficacia per piegare i rivali senza rinunciare allo stile o alla bellezza. Perché, come rimarcava il solito Johan Cruijff, l’importante è “adattarsi allo stile di gioco che ti consente di disinnescare la pericolosità degli avversari, trasformando il loro punto di forza in una debolezza”.

Nel cuore del match

Monza-Bologna è stata una partita di adattamento e in bilico per 90 minuti, coi biancorossi più attivi nel primo tempo e gli emiliani alla ribalta nel secondo. 
Una sfida serrata e avvincente, intensa e piena di duelli tra due compagini che hanno utilizzato tattiche organiche per arginare gli assalti reciproci. 

Il Bologna ha limitato le linee di passaggio interne ed esterne del Monza, aumentando la densità nel mezzo e schermando puntualmente le corsie laterali. Cruciale il lavoro a catena di Zirkzee e Ferguson, con il centravanti olandese pronto ad abbassarsi per raccordare la manovra e lo scozzese intelligente ad occupare lo spazio liberato dal compagno. Una situazione che ha messo più volte il 9 rossoblù faccia a faccia col 9 opposto, Lorenzo Colombo, costringendo tutti gli effettivi del Monza sotto palla.

Il face to face in mezzo al campo tra Zirkzee e Colombo - Fonte foto: DAZN

Per un pugno di…millimetri

Col passare dei minuti i brianzoli trovano un sistema per ovviare il problema della circolazione palla a terra, spesso limitata dal segmento intermedio a 5 dei felsinei in fase di non possesso, con i due terzini De Silvestri e Lykogiannis a rimorchio e uno dei due mediani, in particolare Aebischer, a scalare in difesa. 
Come? Scavalcando il centrocampo fittissimo del Bologna con lanci alti dalle retrovie (Izzo, Caldirola, A. Carboni e Di Gregorio) per l’uscita spalle alla porta di Colombo o lo scatto in profondità di Dany Mota, molto mobile nei movimenti e autore di una prestazione positiva. Al 14’ è proprio il portoghese a sbloccare la gara con un colpo di testa su un assist geniale di Colpani (d’esterno mancino a rientrare in stile Di Maria) ma il Var annulla per offside millimetrico del ginocchio. Da notare gli uomini del Bologna, 10, tutti schiacciati in un fazzoletto di campo.

L'azione che genera il gol di Mota, annullato per offiside - Fonte foto: DAZN

Mota è la chiave per scardinare la difesa bolognese e i compagni iniziano a cercarlo con frequenza, non solo con traiettorie basse e corte ma con suggerimenti in verticale alle spalle degli esterni avversari. In diverse situazioni, come al 38’, è Kyriakopoulos a servire sulla corsa il 47 biancorosso, bravo ad attaccare lo spazio ma tempestivamente chiuso dai felsinei. Il primo atto di gara si consuma senza reti e in perfetta parità.

Il lancio in profondità di Kyriakopoulos per Mota, che attacca la difesa avversaria alle spalle - Foto: DAZN 

Gli episodi del secondo tempo

Nella ripresa il Bologna riaccende l’interruttore e passa in vantaggio. Al 47’ Ferguson deposita in rete il cross di Lykogiannis ma Pezzuto fischia (sbagliando) un fallo di Zirkzee su Cardirola. Gol annullato e di nuovo 0-0. La partita resta in equilibrio e con costanti ribaltamenti di fronte. 
Il booster del Bologna arriva dalla panchina al 59’: Motta cambia in batteria le catene laterali, inserendo Corazza e Ndoye a destra e Kristiansen e Saelemaekers a sinistra. A quel punto il copione del match assume una piega differente e gli ospiti cercano a ripetizione i dispositivi offensivi, con gli spunti in velocità della freccia svizzera e i guizzi dentro il campo dell’ex Milan. 

Al 72’ il Monza confeziona una grande occasione da gol: Di Gregorio pennella dalla sua area una parabola arcuata per Colombo, che controlla la sfera e scarica per Gagliardini. Il 6 biancorosso chiama verso di sé Vignato che sterza in mediana e serve Birindelli a destra. Basta un triangolo rapido per mandare al cross l’ex Pisa, costringendo Calafiori ad uscire in copertura e, di conseguenza, Aebischer a chiudere l’inserimento centrale di Vignato (trattenuto vistosamente in area, altro episodio sotto la lente). Al fischio finale di Pezzuto il punteggio resta inalterato. 
Per la prima volta in Serie A il Monza termina una gara 0-0.

Il cross di Birindelli per Vignato, con Aebischer che si abbassa centralmente sulla linea difensiva - Foto: DAZN

Terzo pareggio di fila e un punto guadagnato

Il match dell’U-Power Stadium consegna al Monza un buon pareggio - il terzo consecutivo in Serie A - contro una squadra compatta e centrata come il Bologna, capace di mettere in difficoltà qualsiasi formazione del campionato (vedi la Juventus a Torino). 

È interessante analizzare un dato: nelle cinque gare iniziali il Monza ha ottenuto una percentuale maggiore di possesso palla rispetto agli avversari, con una media di 540 passaggi a partita. Contro il Bologna invece ha abbassato le sue statistiche scendendo al 47% di possesso palla e a 462 il numero di passaggi totalizzati. Cifre che testimoniano la solidità del team di Thiago Motta, completo sul piano tecnico e con roster ben assortito.

A conti fatti e al netto delle polemiche arbitrali (gol regolare non convalidato a Ferguson e rigore non concesso per fallo su Vignato) per il Monza è un punto guadagnato che muove la classifica e conferma una buona maturità dei biancorossi a livello mentale e di prestazione.
Palladino può guardare al futuro con fiducia, consapevole che servirà ancor più lavoro in allenamento per ritoccare alcuni aspetti, su tutti la cattiveria sotto porta e la finalizzazione in area di rigore. 
L'obiettivo del Monza è quello di replicare un calcio circolare e slanciato, di furore e intraprendenza, adeguato al tipo di antagonista e mai speculativo. Un calcio fedele ai principi del suo allenatore, vivace, armonioso e rivolto alla produzione offensiva. 
Un chiaro segnale dello spirito armato e battagliero della squadra, sempre sul pezzo e determinata a far ballare le difese nemiche. Nessuna esclusa. E nel farlo avrà un danzatore in più a disposizione, il Papu Gomez (vi ricordate il tormentone de Gli Autogol?), fuoriclasse argentino che porta con sé esperienza, entusiasmo e qualità. 
I tifosi biancorossi lo acclamano, Palladino e i compagni lo abbracciano. Con la speranza che il suo contributo possa aiutare il gruppo a raggiungere al più presto i propri traguardi.

Di Andrea Rurali