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“Il calcio è fatto di cervello, non solo di tecnica o qualità”. 

Tesi inconfutabile, verità totale.
Roberto Mancini, ex CT della Nazionale ed eroe insieme a Gianluca Vialli del trionfo azzurro a Euro 2020, ha ragione nell'affermare che nel calcio, e in generale nello sport, è tutta una questione di testa. Un comandamento universale, scolpito nelle pagine del Vangelo secondo Johan Cruijff, che definisce l'approccio e il pensiero-guida nel mondo del pallone.

La testa governa le gambe e senza di essa non si va da nessuna parte. Un paradigma incontrovertibile che il Monza, versione 2024/25, sembra aver inglobato a livello teorico ma non a livello pratico, fallendo il più delle volte la prova del 9 sul campo.

Amnesie, defezioni, sbagli, sviste, disattenzioni, black out, cali di tensione, atteggiamento altalenante, disorientamento, vuoti abissali, confusione: errori da matita rossa che hanno determinato in negativo il campionato dei brianzoli, “sciolti” come neve al sole a qualsiasi temperatura, come ammesso da Andrea Carboni al termine di Monza-Empoli. 

L'ultima partita in casa del campionato e - ad oggi - penultima danza in Serie A si conclude con il risultato più ricorrente della stagione biancorossa: la sconfitta. Il killer di turno è il club allenato da Roberto D'Aversa (con un passato da ex giocatore biancorosso), in piena lotta per la salvezza; la vittima è, al solito, il Monza, maldestro nella gestione delle gare, dei momenti, del punteggio.

Match oltremodo parsimonioso, a ritmi blandi e intensità ridottissima, con tanti duelli a pelo d'erba e uno spessore calcistico molto sottile. Il Monza tiene il possesso palla, l'Empoli (penultima squadra per percentuale di possesso in campionato, l'ultima è il Verona) gioca di rimessa. A fare la differenza sono le motivazioni, con i toscani spinti dalla fame di punti per tenere viva la bagarre ai piani bassi della classifica. Una battaglia all'ultimo sangue a cui i biancorossi non hanno mai partecipato, stentando a trovare una condotta competitiva e il giusto feeling con la vittoria.

1-3 per l'Empoli, 10 minuti di ordinaria follia biancorossa e tris azzurro a ribaltare il vantaggio di Birindelli nel parziale, con il gol dell'ex Colombo ad iniziare la rimonta.

monza empoli 1-3
Il duello fra Grassi e Akpa-Akpro

Monza in palleggio, Empoli in transizione

"La palla è rotonda, la partita dura 90 minuti e tutto il resto è solo teoria", sosteneva l'allenatore tedesco Sepp Herberger, vincitore con la Germania Ovest del Mondiale 1954.

90 minuti, più recupero, in cui può succedere di tutto e tutto può essere messo in discussione in un attimo.

Ed è ciò che accade all'U-Power Stadium, con un Monza che non riesce ad amministrare l'1-0 del primo tempo e nella ripresa incassa tre gol dall'Empoli. Una debacle, la 25esima in stagione, causata da un grave cortocircuito e da una tenuta mentale inspiegabile.

Nesta si affida al consueto 1-3-5-2, con Pizzignacco tra i pali, Carboni, Brorsson  e Palacios in difesa, Akpa-Akpro, Bianco e Zeroli nel mezzo, Birindelli e Kyriakopoulos sulle corsie, Keita e Caprari in attacco. 

D'Aversa opta per l'1-3-4-2-1 con Vasquez in porta, Marianucci, Ismajli e Viti nella linea arretrata, pacchetto intermedio composto da Gyasi, Henderson, Grassi e Pezzella, sulla trequarti Fazzini e Cacace a supporto di Esposito.

I padroni di casa provano a registrare il gioco con movimenti a togliere riferimenti agli avversari. La posizione ibrida di Zeroli e le continue rotazioni spostano l'assetto verso l'1-3-4-2-1 e creano difficoltà ai toscani sulle uscite in marcatura. 
Il primo squillo del match è dell'Empoli: al 5' Fazzini, servito da Esposito, scalda i guantoni a Pizzignacco con un destro dal limite dell'area. Due minuti più tardi Cacace fallisce una ghiotta opportunità a pochi metri dal portiere biancorosso, con Fazzini intelligente nel vedere un corridoio scoperto e verticalizzare per Gyasi.

Al 21' è ancora la formazione di D'Aversa a sfiorare l'1-0 con Marianucci che, da corner, colpisce a botta sicura ma centra Carboni, che salva provvidenzialmente il Monza. 
A sbloccare il match, però, è la squadra di Nesta con un'azione da manuale in fase di transizione. In tackle su Henderson, Akpa-Akpro arpiona la sfera e toglie il possesso ai toscani, con Caprari che disegna un tracciante lungolinea illuminante per Birindelli, lanciato sulla riga di centrocampo verso la porta avversaria. 
Palla in profondità e prateria spalancata per il tornante biancorosso che, a tu per tu con Vasquez, deposita in rete.

1-0 per il Monza e score sbloccato. Al 36' il Monza costruisce un'enorme occasione per raddoppiare, con un gioco a tre in area nello stretto fra Caprari, Akpa-Akpro e Keita - con difesa dell'Empoli schierata e immobile - e conclusione di destro dell'attaccante spagnolo, prontamente respinta da Vasquez.

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Recupero palla, verticalizzazione e gol: l'assist illuminante di Caprari per Birindelli nell'azione dell'1-0 del Monza - Foto: DAZN

Black out biancorosso, tris azzurro

Nella ripresa D'Aversa predispone una strategia uomo su uomo per dare più pressione agli avversari: fuori Marianucci e Henderson, dentro Goglichidze e Colombo, ex del match, con Fazzini a scalare in mediana ed Esposito sulla trequarti.
Per il Monza il rientro in campo è shock: spina staccata e squadra completamente in bambola. 
L'Empoli si accende e ne approfitta, con Colombo che prima fa tremare la traversa con un sinistro potente e poi, due minuti dopo, libero in area stoppa di destro e col mancino batte Pizzignacco.
Al 51', su sviluppo da corner, Viti stacca più in alto di tutte e trafigge di nuovo l'estremo difensore biancorosso, poco reattivo e fermo sulla linea di porta.
I brianzoli sono frastornati, del tutto attoniti, e non riescono a produrre gioco, con l'Empoli che interpreta con ordine la gara. 
Al 55' Nesta inserisce Caldirola e Mota per Palacios e Zeroli, con Carboni che transita a sinistra e Brorsson a destra. 
Al 59' i toscani mettono una pietra tombale sul match e chiudono definitivamente il discorso: all'altezza del centrocampo, tallonato da Caldirola e Carboni, Colombo lavora un pallone da sinistra per Esposito che, di prima intenzione innesca Gyasi. Il ghanese prende posizione e tempo ad Akpa-Akpro e calcia in porta; il suo rasoterra si stampa sul palo, carambola su Pizzignacco e si insacca. 

Niente da fare per il Monza, ferito nel morale e in balia di se stessa, impalpabile di fronte ad un Empoli tutt'altro che irresistibile ma cinico nel capitalizzare le situazioni.

All'87' Caldirola ci prova su punizione ma il suo sinistro viene deviato a lato da Vasquez. 

Al 90'+3' Marinelli manda le squadre sotto la doccia: Monza-Empoli finisce 1-3.

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Triangolo a campo aperto dell'Empoli, errata copertura degli spazi da parte Monza: il pallone lavorato da Colombo per Esposito nell'azione del 1-3 di Gyasi - Foto: DAZN

Grazie Silvio per il sogno

“Addio è una parola troppo grossa, così ti dirò solo arrivederci”, diceva Bob Dylan
Un saluto, ma anche una speranza che vive nel cuore dei tifosi biancorossi e di tutto il Monza, reduce da una stagione disastrosa culminata con la retrocessione in cadetteria.
Da “Destinazione Paradiso” a “Bentornata Serie B”: due slogan che scandiscono le tappe di un viaggio in A durato tre anni.

Il grande sogno realizzato da Berlusconi insieme a Galliani è ormai svanito, polverizzato, volato in cielo con la scomparsa del Presidentissimo il 12 giugno 2023. Perché, è bene ricordarlo sempre, esiste un Monza pre e post Silvio Berlusconi. Un Monza prima ambizioso e poi ridimensionato, crollato dallo zenit al nadir in modo graduale e inevitabile.

In un parallelo immaginario col ciclismo, il campionato 2024/25 dei biancorossi si è consumato come una tappa dolomitica divisa in tre fasi: partenza incerta con meteo avverso, inseguimento in salita a gomme sgonfie, caduta dolorosa a molti kilometri dal traguardo. Un tonfo rovinoso che ha causato l'impossibilità di tornare in sella e, quindi, il conseguente ritiro, perdendo la scia delle dirette concorrenti e sfilandosi dalla contesa con troppa facilità, senza mai entrare realmente in corsa.

L'epilogo è doloroso, pieno di delusione e amarezza, come ha sottolineato nel dopo partita Alessandro Nesta, l'unico a metterci sempre la faccia nonostante tutto e tutti, il primo a caricarsi sulle spalle il peso della sconfitta e ad assumersi le responsabilità senza mai abbandonare la nave (nemmeno a retrocessione avvenuta per partecipare alla festa dei 25 anni dello scudetto della Lazio). 
Un uomo solo al comando, un uomo vero al timone. Che avrà pure commesso i suoi errori - faticando a stimolare il gruppo e a scuoterlo nei momenti cruciali - ma non ha mai indietreggiato di un millimetro, anche quando i risultati non arrivavano e la classifica piangeva. Un esempio di rettitudine, rispetto e dignità, con quell'onestà intellettuale a contraddistinguerne la cifra umana e morale.

Tra silenzi assordanti e uscite infelici, la voce del tecnico è stata la sola a stringere contatto con l'ambiente e a rappresentare la società, più impegnata a salvare i conti (e a far quadrare i bilanci) che a mantenere la categoria.

L'anno che verrà, citando l'omonima canzone di Lucio Dalla, si prospetta alquanto complicato, per certi versi indecifrabile, al netto delle dichiarazioni di Bianchessi e Galliani sulla volontà di costruire una squadra forte per centrare la promozione.
A conti fatti, però, come preannunciato da Nesta alla vigilia del match con l'Empoli, “nessuno sa cosa sarà il Monza il prossimo anno”. 

Un'enigma in stile Saw che potrebbe essere sciolto agli inizi di giugno, qualora le ipotesi di cessione del club dovessero concretizzarsi. La stagione attuale servirà da lezione per capire ciò che si dovrà fare in futuro per non commettere di nuovo gli stessi errori, sposando la via della progettualità “green” con idee chiare, scelte razionali e una visione ad ampio raggio.

Ancora una partita, a San Siro in casa del Milan, e poi il sipario calerà, molti giocatori usciranno, la nuova squadra prenderà forma, società e proprietà potrebbero cambiare pelle. 
Per fortuna in questo clima precario e titubante, il Monza ripartirà da un'assoluta certezza, l'unica rimasta intatta in 113 anni di storia: la fede immortale dei tifosi brianzoli e della Curva Davide Pieri, pronta come sempre a sostenere la squadra a prescindere dalla categoria. 
Perché la serie, massima o minore, è un dettaglio, ma il posto è sempre lo stesso. Basta un dove e un quando per scatenare la passione, con le parole degli 883 a racchiudere il senso di tutto, della presenza e dell'amore verso i colori biancorossi: 

"Nella buona sorte e nelle avversità
Nelle gioie e nelle difficoltà
Se tu ci sarai
Io ci sarò"

A cura di Andrea Rurali