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Oggi vi vogliamo riportare indietro di quasi vent'anni attraverso le parole di uno degli attaccanti più iconici della storia del Monza. Matteo Beretta ci ha raccontato la sua esperienza in biancorosso, spaziando tra emozioni personali e traguardi di squadra. Nel suo racconto c'è un collegamento al weekend che stiamo per vivere con il Monza che sfiderà la Lazio in campionato. Poco meno di vent'anni fa, infatti, il Monza sfidò i biancocelesti in Coppa Italia pochi giorni prima di aprire il campionato di Serie C in casa con la Sangiovannese. Inizia proprio da questo gol la nostra chiacchierata, buona lettura.

Che emozioni porti dentro e cosa ti ricordi se pensi al gol che segnasti alla Lazio il 23/08/2006?

“Ricordo di aver vissuto un momento di gioia immensa. Qualche minuto prima avevo fallito una grande occasione di testa e quel tiro scagliato da fuori area portava dentro di sé tutta la cattiveria e la voglia di rifarsi dopo l'errore commesso. Fu un gol importante perché arrivato contro una grande squadra.”

23 agosto 2006: Monza Lazio 1 1 (3 4 dcr) - YouTube

Riavvolgiamo il nastro per arrivare alla tua prima esperienza al Monza.

“Sono nato e cresciuto a Monza come del resto i miei genitori e i miei fratelli. Arrivai per la prima volta quando avevo solamente vent'anni ed ebbi subito la possibilità di esordire sia in Coppa Italia che in Serie B con Frosio come allenatore. Le strade poi si divisero ma quando ci fu la chiamata nel gennaio del 2006, reduce da alcuni spezzoni giocati in cadetteria con la maglia dell'Albinoleffe, non esitai un secondo a dire di sì sposando un progetto importante che aveva come primo obiettivo quello di tornare in proprio Serie B.”

Con la maglia del Monza sei arrivato due volte a giocare la finale Playoff, quali emozioni ti provoca parlare ora di quelle due grandi esperienze?

“Mi provoca emozioni contrastanti perché da una parte c'è ancora tanta amarezza mentre dall'altra c'è comunque tanta soddisfazione per aver raggiunto per due anni consecutivi la finale Playoff. Nella prima con il Genoa io non giocai né l'andata e né il ritorno a causa di un infortunio mentre contro il Pisa guadagnai il rigore segnato da Fabiano nel match di andata. Nella sfida di ritorno successe di tutto con l'ambiente che di certo non aiutava a stare tranquilli e gli scontri a fine partita lo raccontano abbastanza bene. Resta il fatto che rappresentare la propria città in certe partite, dove la tensione è alle stelle, è motivo di orgoglio e vanto.”

C'è un gol segnato con la maglia del Monza che porti dentro in maniera particolare rispetto agli altri?

“Scelgo senza dubbio il gol segnato in casa del Sassuolo nel ritorno della semifinale Playoff del 2007. Dopo la sconfitta casalinga dell'andata per 1-0, e dopo aver sofferto tantissimo anche nelle due sfide di regular season, per noi la trasferta contro i neroverdi rappresentava quasi uno scoglio impossibile da superare. Vi voglio raccontare un aneddoto a riguardo. Mister Sonzogni, prima della sfida di ritorno, ci mostrò il video del Sassuolo e vide che la squadra appariva timorosa, quasi rassegnata dopo l'andata. Essendo un grande psicologo, oltre che un ottimo allenatore, guardò ancora più avanti facendoci vedere addirittura il video delle altre due semifinaliste. Quella scelta smosse qualcosa in noi e la partita di ritorno fu una delle più incredibili di tutta la mia carriera. Il mio gol dell'1-4 chiuse di fatto la sfida visto che dovevamo vincere con due gol di scarto anche se poi arrivò il 2-4 che per bravura nostra è rimasto invariato fino al triplice fischio.”

Sassuolo - Monza 2-4 Playoff Ritorno - YouTube

Se dovessi raccontarti ai ragazzi di oggi che non ti hanno mai visto giocare, come ti descriveresti?

“Ero innanzitutto una punta centrale. Ero bravo nel propormi in profondità ma anche nel gioco aereo. Ho segnato tanti gol nei modi più disparati e talvolta mi piaceva aiutare la squadra a sviluppare le manovre offensive difendendo palla. Insomma, un'attaccante completo e dinamico. ”

C'era un'attaccante a cui ti ispiravi ai tempi e uno che segui con maggior interesse al giorno d'oggi?

“Quando giocavo nel Monza il mio punto di riferimento era Christian Vieri. Mi piaceva il fatto che sapesse segnare in ogni maniera e che sfruttasse con risultati eccellenti la sua fisicità. Oggi vado pazzo per Ciro Immobile. Trovo che sia un attaccante completo, capace di segnare ma anche di fare gioco di squadra. E' stato molto criticato in nazionale ma penso che la grande differenza nel modo di giocare tra la Lazio e l'Italia stessa non lo abbiano aiutato ad esprimersi al meglio. ”

Cosa pensi del Monza di oggi?

“Ovviamente è bellissimo vedere finalmente questa squadra in Serie A. A maggior ragione con una società alle spalle che ha vinto tutto con il Milan e che ha ancora voglia di investire per far diventare grande una squadra storica. In campo mi piace seguire gli attaccanti e penso che quello che ha fatto Gytkjaer lo scorso anno sia qualcosa di fantastico, anche se ora sta trovando qualche difficoltà nel salto di categoria. Mi piacciono molto anche Petagna e Dany Mota mentre Pessina penso sia perfetto per essere il capitano di questa squadra visto che è cresciuto proprio nel Monza. ”

In conclusione, ti occupi ancora di calcio?

“Si, svolgo un lavoro molto stimolante in Federazione dove seguo il progetto “Evolution Programme”.”

Ci teniamo a ringraziare Matteo per il tempo che ci ha dedicato e per le emozioni che ci ha fatto riaffiorare. Quel Monza non lo dimenticheremo mai e tantomeno un attaccante come lui capace di onorare al meglio la maglia della squadra della sua città con educazione e simpatia, oltre che con doti tecniche e tattiche importantissime. 

Massimiliano Perego