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Il tema della convivenza tra grandi impianti sportivi e qualità della vita urbana torna ciclicamente al centro del dibattito pubblico. Quando un’infrastruttura storica si trova immersa in un contesto ambientale di pregio, le esigenze di tutela del territorio e della salute diventano inevitabilmente parte della discussione.

A Monza questo confronto dura da decenni e coinvolge cittadini, istituzioni e tecnici, in un equilibrio complesso tra tradizione motoristica e diritto al benessere quotidiano. Il Parco, riconosciuto per il suo valore storico e paesaggistico, rappresenta per molti residenti uno spazio che dovrebbe garantire quiete e vivibilità.

Negli anni si sono succeduti incontri pubblici, richieste formali e battaglie legali, con risultati spesso giudicati insufficienti dai comitati civici. La sensazione diffusa è che il problema non sia mai stato affrontato in modo definitivo.

Proprio da questa consapevolezza nasce un nuovo appello che punta a coinvolgere direttamente i cittadini.

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Inquinamento acustico Autodromo Monza: i comitati pronti all’azione legale

L’inquinamento acustico all'Autodromo di Monza è al centro dell’iniziativa lanciata dai Comitati per il Parco Antonio Cederna e La Villa Reale è anche mia, che invitano i cittadini a unirsi a un’azione legale collettiva in sede civile. Durante un incontro pubblico, Bianca Montrasio, presidente del Comitato per il Parco A. Cederna, ha spiegato, come raccolto dai colleghi de Il Giorno

Non facciamoci abbattere, noi proseguiremo chiedendo ad Arpa e Ats la verifica del danno acustico. In più sollecitiamo i cittadini a unirsi a noi per un’azione legale collettiva. È una prospettiva di lungo periodo, ma si potrà fare.

Secondo i comitati, il nodo centrale resta la difficoltà di accesso ai dati ufficiali sul rumore prodotto dall’Autodromo. Come emerso durante la serata, il Comune e Arpa avrebbero negato la consultazione delle informazioni definendo le richieste “massive” e troppo onerose per gli uffici. Una situazione che, secondo l’avvocato Giancarlo Milani, limita il diritto dei cittadini a conoscere l’impatto ambientale delle attività motoristiche.

Rumore, Parco di Monza e controlli: dati, limiti e criticità

Il rumore al Parco di Monza si inserisce in un quadro normativo complesso. L’architetta Federica Gagliano di Acustica Studio ha illustrato come il Parco rientri nella classe acustica più tutelata, mentre l’Autodromo è classificato in una delle categorie più rumorose. Questo comporta una differenza di potenza sonora fino a 100 volte superiore tra due aree contigue.

Gagliano ha inoltre evidenziato criticità nei sistemi di monitoraggio, come riportato dai colleghi di MBNews

Secondo il Dpr n. 304 del 2001 si richiede ai gestori degli Autodromi l’installazione di un sistema di monitoraggio del rumore prodotto. 

Pur riconoscendo miglioramenti nel tempo, l’esperta ha sottolineato che permangono lacune nella completezza e nella trasparenza dei dati.

Dal punto di vista giuridico, l’avvocato Roberto D’Achille ha chiarito che l’obiettivo non è la chiusura dell’impianto, sempre come raccolto da Il Giorno:

Noi non vogliamo la “morte” del circuito, ma la limitazione delle gare minori». D’Achille ha ricordato che già una sentenza del 2005 stabilì la prevalenza del diritto alla salute dei cittadini sulle attività motoristiche, richiamando anche l’articolo 844 del Codice Civile sulle immissioni di rumore.

I comitati chiedono infine soluzioni concrete: stazioni di monitoraggio fisse con dati accessibili in tempo reale, una riduzione delle deroghe e una presenza più costante di Arpa durante le attività più impattanti. L’obiettivo dichiarato è tutelare salute e ambiente senza cancellare la storia dell’Autodromo, ma ridimensionandone l’impatto acustico sul territorio.