Marchetti: 'Il ciclo di Galliani per noi è finito, Nesta ci disse che si sentivano abbandonati'
L'intervento del leader della tifoseria organizzata biancorossa

Il leader della Curva Sud “Davide Pieri” Fausto Marchetti è intervenuto alla trasmissione ‘Monza, una città da serie A’. Una puntata caldissima, con tanti retroscena legati a questa stagione fallimentare del Monza, culminata con la cocente retrocessione in Serie B.
Le parole di Fausto Marchetti a “Monza, una città da serie A”: ecco alcuni passaggi delle sue dichiarazioni
Noi ci abbiamo messo sempre la faccia in tutte le situazioni di questi anni, belle e brutte che fossero. Siamo profondamente delusi da questa società, in particolare da Adriano Galliani. Ha costruito una storytelling particolare in questi sette anni, paragonando il suo riapprodo in Brianza con la storia del viaggio di ritorno di Ulisse ad Itaca. Ma la sua sfortuna è che noi siamo una Curva con una determinata cultura. Non abbiamo fatto una vera e propria contestazione, ma abbiamo giocato con una serie di striscioni. Abbiamo fatto capire a Galliani che, se ci si crea una figura da Amministratore Delegato del Monza, Brand Ambassador (va lui alle presentazioni, va lui in televisione) e quindi tutto accade se c'è lui, ma poi, magicamente dall'estate scorsa, sparisce, c'è qualcosa che non va; quando le cose vanno male, c'è da lottare e spiegare alla tifoseria cosa succede, non si può sparire nel momento di difficoltà. È vero che noi siamo stati a lui vicino negli scorsi anni, è innegabile e oggettivo dire che senza Adriano Galliani, che coinvolge Silvio Berlusconi e quindi Fininvest, nel 2018, non avremmo goduto di questi anni. Però questa cosa, come qualsiasi matrimonio, non può andare bene per una vita, devi continuare ad alimentare le aspettative. Essere trattati come ‘senza di me non eravate nessuno, anzi è già tanto che fate un altro anno di Serie B, come mancava da 19 anni nel 2020' non va bene, questa è la nuova retorica della presa per i fondelli. Ovviamente è inaccettabile, avendo lui creato, all'inizio, una storia a cui ci si poteva credere. Era molto attivo e diverso, rispetto ad ora, nelle categorie inferiori, in un mondo Monza più piccolino, a cui ha detto, in passato, di essere sempre stato vicino pure quando era al Milan. Ma non era vero. Parlando con molti dirigenti in passato sapevamo che, quando ci si avvicinava a Milanello, non c'era così molta voglia di aiutare la società biancorossa. Noi abbiamo voluto credere alla sua storia, ci è anche piaciuto, però in questa stagione dov'è finito? E' sparito. Ha fatto parlare i suoi amici giornalisti. Il nostro stile è sempre quello di stare vicino alla squadra, soprattutto nel primo vero anno di difficoltà in Serie A, categoria mai vista prima. Con una contestazione signorile, il nostro modo di tifare è diverso da tante altre tifoserie.
Fausto Marchetti ha poi proseguito..
Siamo quasi passati per ingrati, noi che abbiamo fatto trasferte molto lontane ed in condizioni non sempre semplici; non ci hanno fatto vivere la squadra, ci hanno visto pochissimo i calciatori, con Bianchessi che poi non ha mandato i giocatori ai club perché si dovevano concentrare per le partite. Ci voleva un contatto diverso con la gente, la verità è che Galliani da Milano non è mai andato via. Mister Alessandro Nesta a Monzello, a dicembre prima dell'Udinese, ci disse ‘qui siamo soli’. Lì abbiamo constatato che eravamo seriamente in difficoltà. Non si capisce come si faccia ad essere contenti per aver vinto il premio come miglior campo della Serie A o per aver installato il tabellone allo stadio. E' stata lasciata una nave allo sbando, con una mancata presa di responsabilità da parte di chi gestisce. Tanto poi si dà la colpa a Fininvest che non mette i soldi, in sti anni hanno speso 340 milioni, con il 12esimo monte ingaggi in questa ultima stagione di massima serie. E' stato dilapidato un patrimonio, scegliendo persone sbagliate. A chi sta a ridimensionare? Perché si è tenuta tutta una squadra dell'anno scorso, che già a marzo 2024 era spompata, e non reimpostato un team che costasse meno senza incidere troppo al bilancio della holding? Perché non fare una conferenza stampa con qualcuno che dica chi sono i responsabili di una retrocessione? Non chiediamo la testa di Galliani. Però, se potessimo scegliere, terremmo il gruppo Fininvest con dirigenti diversi e con una squadra sostenibile. Se ci fosse poi una partnership con un gruppo straniero, diremmo no alla presenza di Galliani. E' stato bello, grazie, siamo grati, ma è finito un ciclo, basta ‘demonzesizzare’ il Monza mandando via figure storiche. Le storie finiscono, come ci si può fidare dopo quest'anno? Non si può dire ‘Faremo una squadra per tornare in Serie A’. Qual è poi il giocatore che attualmente accetta di venire in queste condizioni!?
Fausto Marchetti ha poi concluso sulla tifoseria biancorossa
La tifoseria del Monza non è retrocessa, perché è stata la quartultima quest'anno. E' cresciuta in questo triennio, non ha potuto poi esprimere il suo potenziale per via di uno stadio inefficace, con troppi posti che costavano tanto e con pochi popolari a disposizione. Una tifoseria che, anche quest'anno, è andata in giro in tutta Italia e con, finalmente, il supporto di veri club.

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