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A me è stata assegnata la tessera numero 6 di Forza Italia. A quei tempi nel partito c’erano tra gli altri gente come Antonio Martino, Beppe Pisanu, Claudio Scajola, Don Gianni Baget Bozzo: una squadra di fuoriclasse. Oggi fatico a trovare tutto questo, non solo negli uomini, ma anche nelle idee...,

afferma La Loggia.

Il suo racconto torna alle origini della discesa in campo: 

A settembre mi dissero che un giovane dirigente di Publitalia era stato incaricato da parte di questo leader di organizzare un partito in Sicilia. E mi fecero il nome di Silvio Berlusconi. Il giovane dirigente siciliano era Gianfranco Micciché.

Da quel momento inizia un dialogo serrato con il futuro fondatore del centrodestra: 

Se avesse inserito nel programma del nuovo partito i principi del cattolicesimo liberale, avrei potuto accogliere la richiesta. Mi rispose di mandargli tutto via fax. La sera stessa rimandò il programma con le parti da noi richieste.

Berlusconi, i processi e l’ultimo rimpianto di La Loggia