Le telecamere della Rai raccontano una morte bianca in Brianza
La testimonianza di Ester Intini su Rai 1 ricorda la morte sul lavoro del figlio Gabriele e rilancia il valore della sicurezza.

In occasione della Festa del Lavoro, giovedì 1 maggio, la madre di Gabriele, Ester Intini, è intervenuta nel programma “Cinque Minuti”, condotto da Bruno Vespa e trasmesso su Rai 1 subito dopo il Tg1 delle 20. In un tempo ristretto, Ester ha cercato di trasmettere un messaggio forte e chiaro: l’importanza della cultura della sicurezza sul lavoro.
Durante l’intervento, la sua voce si è unita a quella di un’altra madre colpita dalla stessa tragedia: Maria Elena Dentesano, la cui vita è stata sconvolta dalla morte del figlio Lorenzo Parelli, 18 anni, deceduto nel 2022 mentre svolgeva un’attività di alternanza scuola-lavoro in un’azienda di Udine.
Le parole che non si dimenticano

Le due madri hanno condiviso non solo il dolore immenso per la perdita dei loro figli, ma anche i sogni infranti, i progetti mai realizzati, le speranze spezzate da una morte che poteva – e doveva – essere evitata. Hanno parlato della necessità di fare rete, di diffondere consapevolezza, di costruire una cultura che metta la sicurezza al centro del mondo del lavoro.
Ester ha raccontato con lucidità quanto fosse fondamentale per lei non trasmettere solo il dolore personale, ma spingere chi ascoltava a riflettere: "Non volevo mostrare le mie lacrime, ma far passare un messaggio. La sicurezza deve essere un valore, e va coltivata soprattutto tra i giovani. Serve entrare nelle scuole, parlare con gli insegnanti, con gli studenti. Non si deve accettare l’idea che si possa morire andando al lavoro".
L'importanza della memoria e della prevenzione
Nel suo intervento, Ester ha anche ricordato quanto sia essenziale non dimenticare che dietro ogni lavoratore c’è una rete di affetti: famiglie, amici, persone che ogni giorno attendono il ritorno di chi esce per andare a lavorare. “Questo – ha detto – è il messaggio che dobbiamo continuare a ripetere”.
Un momento particolarmente toccante è stato quando la madre di Gabriele ha menzionato il progetto “Gabry nel Cuore”, nato dopo la tragedia. Si tratta di un’associazione che lavora ogni giorno per mantenere vivo il ricordo di Gabriele attraverso attività di sensibilizzazione, formazione e incontri con i giovani. Come dice spesso Ester, il suo impegno consiste nel “donare Gabriele a tutti come un dispositivo di sicurezza”.
Dolore trasformato in impegno
Nel suo messaggio conclusivo, condiviso anche sui social, Ester ha espresso con parole profonde e autentiche cosa significhi vivere con un’assenza così grande: "Essere madre di un figlio di cui puoi parlare, amare, ma mai più toccare è qualcosa che non si può spiegare, tanto meno capire. Ogni giorno camminiamo con il peso di ciò che non c’è più, ma abbiamo scelto di condividere il dolore per trasformarlo in azione".
Queste parole rappresentano un appello potente, rivolto a tutta la società. Per Ester e per tante altre madri colpite da tragedie simili, il 28 aprile – Giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro – e il 1° maggio non sono solo date sul calendario. Sono ricordi costanti, presenza quotidiana di un dolore che chiede giustizia e consapevolezza.
Un futuro con più sicurezza passa dal ricordo
La testimonianza di Ester Intini non è soltanto il racconto di una perdita, ma un atto di coraggio. Attraverso le sue parole, Gabriele continua a vivere e a proteggere, diventando simbolicamente un presidio di sicurezza per tutti i lavoratori. La sua storia, raccontata su Rai 1, è un invito a non dimenticare, a trasformare il dolore in cambiamento, affinché tragedie come la sua non si ripetano più.