Gli effetti del Var sugli arbitri e sul Monza (e in generale sul calcio)
A Modena ennesimo episodio a sfavore per il Monza, unica squadra in B insieme al Pescara a non aver ricevuto rigori.
Modena-Monza, anticipo della 18esima giornata di Serie B. Punteggio finale: 1-2 e colpaccio esterno dei biancorossi nel Boxing Day.
Nono rigore in stagione a favore del Modena - unica squadra in Europa ad averne beneficiati così tanti - per un rigore che non è mai rigore.
Ma la cosa peggiore, e forse più triste, è il cortocircuito arbitrale che ormai si innesca in quasi tutte le partite.
Il Var richiama l’arbitro al monitor e lo mette sotto pressione, di fronte ad un bivio: cambiare o confermare la decisione?
Nella maggior parte dei casi i direttori di gara optano per la prima opzione, ribaltando la scelta iniziale e scegliendo non sulla base di una valutazione di campo, ma con l'ausilio dell'On Field Review. Sulla revisione di fotogrammi che, come tali, vengono valutati alla lettera, togliendo peso alle dinamiche di campo.
Ad oggi, un microscopico tocco che a velocità normale rientra nel perimetro del contatto di gioco, con il Var si trasforma in punizione estrema.
Risultato? Classe arbitrale ai minimi storici, errori sempre più frequenti, scelte incomprensibili e un caos assoluto.

Quando l'uso diventa abuso
Il problema non è l’uso risolutivo, ma l’abuso incontrastato, la poca lucidità nel giudizio e una costante privazione delle proprie facoltà di decidere, di assumersi la responsabilità in modo autorevole e non autoritario, con personalità.
Perché per paura di sbagliare si finisce per sbagliare: è così che la tecnologia, anziché andare in supporto, entra in conflitto e distrugge il metodo e, dunque, mortifica il processo arbitrale.
Un calcio sempre più aVariato dal Var e impoverito del suo spettacolo, della presa diretta e nelle emozioni che, tra un check e un altro, vengono uccise.
L’ennesimo esempio è l’odissea nera di Walter Bonacina nel match del Braglia. Prima decide correttamente, poi torna sui suoi passi e, imbeccato dal Var, assegna il rigore, con Gliozzi che, nonostante l’incrocio di traiettorie con Izzo (che alza le mani per non intervenire e non può smaterializzarsi), scivola e cade a terra.
Topica gigantesca in un episodio che stappa la partita e la indirizza a favore del Modena, con il fischietto bergamasco in totale confusione. Bonacina perde il manico e la bussola, arbitrando una gara a senso unico, con poca imparzialità e una gestione oscura di falli e cartellini.

Così non Var
All’U-Power Stadium in Monza-Carrarese, Perenzoni incappa in un altro errore macroscopico, ma per eccesso di protagonismo non assegna il rigore ai biancorossi per fallo - palese e nettissimo - su Dany Mota.
Insieme al Pescara, i brianzoli sono gli unici a non aver ricevuto rigori a favore nel campionato cadetto. Numeri che, di fronte all'evidenza, fanno riflettere. Non tanto per macchinazioni o congiure contro i biancorossi, ma per il livellamento verso il basso della classe arbitrale e di un protocollo cavilloso che sta letteralmente complicando il mondo del pallone.
Basterebbe osservare il rigore negato da Doveri ai sardi in Torino-Cagliari, che lascia moltissimi dubbi e getta ombra sulla decisione finale del direttore di gara.
Gli episodi, contorti e soggetti a molteplici interpretazioni, si stanno moltiplicando e continuano a mettere a nudo l'incapacità degli arbitri di leggere il calcio e le partite.
Se così fan tutti, è lecito dire che così non Var. E se gli effetti del Var sul calcio di oggi sono questi, così non si può più andare avanti.



