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L’energia che attraversa una comunità nasce spesso dai legami più semplici: la vicinanza, la condivisione di spazi, il sostegno reciproco nei momenti difficili. In città, questi legami diventano ancora più importanti quando si parla di libertà, autodeterminazione e capacità di riscrivere insieme il proprio presente.
A Monza, la riflessione sul ruolo delle relazioni e della solidarietà torna ciclicamente, soprattutto quando si avvicinano giornate simboliche che spingono a guardare oltre le narrazioni più diffuse.
È proprio in queste occasioni che associazioni e collettivi provano a riportare al centro le esperienze reali delle persone, lontano dai luoghi comuni e dalle letture semplificate.
Ed è in questo contesto che si colloca l’iniziativa annunciata dal centro sociale Foa Boccaccio.

Locandina evento
Facebook Foa Boccaccio

Violenza di genere e sicurezza secondo Foa Boccaccio

Il collettivo ha diffuso un messaggio in vista del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, annunciando un corteo con partenza da Via Arosio, nei pressi della stazione di Monza. Il titolo scelto – “Mi proteggono le mie amiche, non la polizia” – intende ribaltare la narrazione che, secondo gli organizzatori, riduce la questione della sicurezza femminile a un tema di controllo e presidio del territorio.

Nel comunicato, Foa Boccaccio denuncia una narrazione che “ingigantisce i micro-reati, marginalizza gli indesiderati e normalizza la presenza di polizia e militari”, trasformando la paura percepita dalle donne in una richiesta automatica di più forze dell’ordine. Il collettivo racconta il vissuto quotidiano delle partecipanti, fatto di lavoro precario, costi crescenti, discriminazioni e spostamenti sui mezzi pubblici, sostenendo che la protezione reale deriva dalla vicinanza delle proprie reti sociali.

Il corteo di Monza e la Giornata contro la violenza

Nel testo si critica il modo in cui istituzioni e Stato affrontano il 25 novembre, accusati di limitarsi a iniziative simboliche come fiaccolate o inaugurazioni di panchine rosse, senza investire in centri antiviolenza e consultori. L’intervento delle forze dell’ordine nelle scuole e l’aumento delle pene carcerarie vengono letti come “risposte dall’alto” che non risolverebbero le radici della discriminazione e della disparità sociale.

Il comunicato parla apertamente di un sistema definito “razzista, classista e patriarcale”, contro il quale il collettivo rivendica la necessità di costruire nuovi spazi di relazione e sorellanza. Viene inoltre richiamata la resistenza del popolo palestinese come simbolo di liberazione, collegandola al desiderio di percorrere insieme le strade di Monza durante il corteo.

Rabbia, sorellanza e corteo femminista

Per Foa Boccaccio, la “rabbia” è descritta come una forza collettiva che diventa legame, protezione e possibilità di trasformazione sociale. Nel messaggio conclusivo, il collettivo ribadisce che “i nostri corpi non sono luoghi di conquista” e dedica l’iniziativa “a tutte le sorelle che lottano ogni giorno per restare vive e per una vita bella”.

Martedi 25 novembre / Via Arosio (Stazione Fs lato Binario 1), Monza / h 18 CORTEO - MI PROTEGGONO LE MIE AMICHE NON LA...

Pubblicato da Foa Boccaccio su Giovedì 20 novembre 2025