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Il Monza 2022/2023 è al lavoro da un mese e tra poco più di dieci giorni affronterà il Torino nella sua prima storica gara in serie A. Da più parti mi viene chiesto se il Monza può effettivamente ambire al traguardo di navigare nella metà alta della classifica, come apertamente dichiarato dai vertici societari.  Faccio mio un detto delle nostre parti, utilizzato anche in un recente video sulla squadra biancorossa da quel personaggio pittoresco e simpaticissimo che è Konrad il brianzolo: “Vola bass e schiva i sass”. In sostanza, piedi ben saldi a terra, consapevolezza nei propri mezzi e tanta umiltà. Ribadisco quanto da me scritto in un mio “punto” precedente. Firmerei oggi per una salvezza dignitosa, con qualche giornata di anticipo rispetto al termine del campionato. Comprendo le ambizioni societarie e prendo atto che la proprietà ha una storia calcistica (e non solo) talmente vincente che è difficile “volare basso”. Ma alzare troppo l’asticella per la matricola biancorossa può essere controproducente e rischia di essere un’arma a doppio taglio sia per la squadra che per l’ambiente che la circonda. Sono troppo prudente? Sì. Forse. Ma, tanto per citare un altro detto, preferisco arrossire oggi che sbiancare domani. L’esperienza pratica mi ha insegnato che essere ambiziosi è fondamentale per raggiungere certi traguardi, ma la mia connotazione tipicamente monzese e brianzola mi porta a considerare che il passo deve essere sempre commisurato alla gamba. “La Serie A è un altro sport rispetto alle categorie inferiori”. E’ il pensiero di Adriano Galliani e di Giovanni Stroppa, concetto peraltro condiviso da tutti coloro che masticano calcio da tanti anni. In questo preciso momento il Monza continua a essere un cantiere in piena evoluzione, in cui manca ancora qualche tassello fondamentale in ogni reparto. Ad eccezione del ruolo di portiere, per cui il tecnico biancorosso ha davvero solo l’imbarazzo della scelta. Non poniamoci limiti, ma aspettiamo la chiusura del cantiere e la fine lavori per poter meglio definire l’obiettivo finale. Che dipenderà dalla qualità e dal livello di quanto costruito. Paolo Corbetta foto Studio Buzzi    

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