Galliani lascia il Monza americano, ma ogni giudizio di merito non sia limitato all’ultima stagione  

Io, invece, vado contro corrente. Nulla da eccepire con il nuovo socio di maggioranza, sia chiaro. Qui ogni riferimento è esclusivamente indirizzato a Galliani. Occorre avere la memoria lunga e non limitarsi a giudizi affrettati e basati solo sugli accadimenti tristissimi degli ultimi dodici mesi. Occorre ricordare che nel settembre del 2018, esattamente sette anni fa, fu Adriano Galliani a convincere Berlusconi ad acquistare l’AC Monza e a provocarne l’innamoramento. 

Quel momento diede inizio agli anni più belli dell’ultracentenaria storia della società di Monzello.  Senza quell’archè, termine con cui i più antichi filosofi greci identificavano il principio di ogni cosa, il Monza non sarebbe mai andato in Serie A e forse neppure ritornato dopo moltissimi anni in Serie B. Questi sono i fatti, incontrovertibili.

Ciò non toglie dall’esimermi dalle critiche per come sono state condotte le cose nella scorsa stagione sportiva. Una serie di errori di ogni genere, relative alle scelte dei giocatori, dei tecnici ed ai loro avvicendamenti; senza dimenticare l’aver dato un importante incarico dirigenziale ad una figura apparsa del tutto inadeguata. 

E poi i silenzi, assordanti più che mai, considerato che Galliani è sempre stato amante della parola e del microfono. Con l’unica attenuante che non sappiamo e non sapremo mai se i silenzi siano stati una scelta deliberata o un’imposizione arrivata dall’alto.

Oggi un capitolo della storia biancorossa si è chiuso definitivamente. Occorre tener presente che i fatti più recenti sono quelli che restano nella memoria in modo più marcato. Ma i sei anni precedenti non possono e non devono essere cancellati se si vuole essere equilibrati e razionali. Un sentito grazie a Berlusconi e a Galliani. 

Non so se l’ex AD biancorosso andrà al Milan. Io mi auguro che, per la competenza, l’esperienza e la stima di cui gode nel contesto internazionale, possa essere il futuro presidente di una F.I.G.C. che avrebbe bisogno di aria nuova e fresca.    

Paolo Corbetta

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