Delpini a Monza scuote i giovani brianzoli: la Chiesa rilancia la sfida della speranza
All’incontro a Monza con sindaci e ragazzi, l’Arcivescovo invita i giovani a diventare protagonisti concreti del presente, tra ascolto, luoghi di comunità e speranza

La formula scelta ha dato voce a sei “portavoce” – tre giovani e tre sindaci – che si sono confrontati su altrettanti temi: ripensare l’ascolto dei giovani, investire nei luoghi di aggregazione e rafforzare le reti sociali. Ne è emersa una riflessione condivisa e articolata, basata sull’esperienza concreta nei territori e sul desiderio di costruire comunità più coese e inclusive.
Ascoltare davvero i giovani, investire nei luoghi vivi
I portavoce giovanili hanno chiesto un ascolto più autentico e coinvolgente da parte delle istituzioni, superando i modelli tradizionali come le consulte. Al centro, anche la proposta di rigenerare spazi esistenti – scuole, oratori, biblioteche, associazioni – trasformandoli in alleanze tra generazioni. In questo senso, è emersa la richiesta di una vera partnership tra istituzioni civili e realtà ecclesiali.
Fare rete per superare la frammentazione
Il terzo tavolo ha posto l’accento sulla necessità di un maggiore coordinamento tra le realtà del territorio: spesso, infatti, associazioni con obiettivi simili operano in parallelo senza conoscersi. I giovani chiedono un canale unico di comunicazione per condividere esperienze virtuose e rafforzare il senso di comunità.
Delpini: ‘Responsabilità personale, non solo gestione pubblica’
Nel suo intervento, l’Arcivescovo ha sottolineato tre punti chiave: la consapevolezza che “tutto è connesso”, il senso del limite e la responsabilità personale. «Non possiamo salvare tutti i ragazzi – ha detto – ma possiamo prenderci cura di chi ci sta vicino». Delpini ha anche rifiutato l’idea di giovani come semplici destinatari di servizi, definendoli «protagonisti» della società.
Giovani, speranza e futuro: una sfida da non eludere
Monsignor Delpini ha infine posto alcune domande cruciali: chi sono i giovani oggi? Come interpretano se stessi? «Non basta definirli con una fascia d’età – ha detto – serve accompagnarli a una maggiore profondità e responsabilità». In riferimento al Giubileo e al Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo, ha messo in guardia da una speranza ridotta a slogan: «La speranza è risposta a una promessa, ma se gli adulti sono depressi, che futuro potranno sperare i giovani?».

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