Campione d’Italia senza squadra: l’impresa del brianzolo Conca!
Ha 26 anni, è rimasto senza contratto e corre da amatore: il lecchese Filippo Conca ha vinto i campionati italiani battendo i big del ciclismo

Sul traguardo di Gorizia, Filippo Conca ha compiuto un’autentica impresa: vincere i Campionati italiani di ciclismo su strada gareggiando per lo Swatt Club, una squadra amatoriale priva di licenza UCI. Una vittoria costruita con determinazione, talento e l’appoggio di compagni non professionisti, contro nomi blasonati come Filippo Ganna, Jonathan Milan e Alessandro Covi.
La maglia bianca senza sponsor, quella dello Swatt Club, ha preceduto in volata proprio Covi (UAE Emirates), lasciando attonito il mondo del ciclismo. Nessuno, tranne forse lo stesso Conca, sembrava credere possibile un epilogo del genere. Eppure il 26enne brianzolo, con un passato nelle ProTeam Lotto Soudal e Q36.5, ha dimostrato che anche chi resta senza contratto può ancora scrivere pagine importanti.
Dalla delusione alla rinascita: la storia del ciclista lecchese
Escluso dal professionismo all’inizio del 2024, Conca aveva deciso di continuare a correre grazie al progetto dello Swatt Club, nato nel 2017 come blog (Solowattaggio) e poi evoluto in team ciclistico indipendente. Senza ingaggi milionari né sponsor sulla maglia, ha scelto di prepararsi duramente per l’unico appuntamento davvero aperto a tutti: il campionato italiano.
Nel frattempo, per vivere, ha gestito un B&B, preso la patente nautica per fare tour in barca e meditato di avviare un’attività di noleggio bici. In un’intervista ha ammesso: "Non sono un fenomeno, sono sempre stato un gregario. Ma oggi mi faccio i complimenti, perché non ho mollato".
Il paradosso è che, pur essendo campione italiano, non potrà indossare la maglia tricolore finché resterà in una squadra amatoriale: una fotografia impietosa di un sistema che premia solo i giovani da “sviluppare” o i fuoriclasse già affermati. "Il ciclismo si perde tanto", ha detto Conca, sperando che questa vittoria possa finalmente riaprirgli le porte del professionismo.

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